lunedì 22 dicembre 2008

visitare Parigi in un giorno

Con l’avvento delle compagnie low-cost finalmente i viaggi fuori porta della durata anche solo di un giorno sono diventati delle opportunità da non perdere, di seguito ad esempio elencherò brevemente quello che è stato il diario di viaggio del mio sabato parigino.



Purtroppo essendo di Varese la sveglia al mattino è stata alle tre e mezza, alle 4 e dieci partenza. arrivo all’aeroporto di Orio al Serio alle 5. 30.
Come posteggio di appoggio a Orio noi usiamo sempre quello della Travel Parking che si trova in Via Liguria al numero 5, a 150 metri circa rispetto all’aeroporto basta seguire i cartelli. È sempre meglio telefonare qualche giorno prima per prenotarsi non si sa mai Tel. 035/31.42.82, i prezzi per il posteggio scoperto sono di circa 8 euro a giornata.




L’assenza di bagagli ci ha permesso di fare il chek-in automatico a casa (nel sito della ryanair) quindi entrati all’aeroporto ci siamo diretti all’imbarco partenza ore 6.50.
Il volo da Milano a Parigi dura poco più di un ora, anche se l’aeroporto di destinazione, quello di Beauvais si trova in periferia non c’è da preoccuparsi perché ad ogni volo corrisponde un servizio navetta in autobus che parte circa 15 minuti dopo l’atterraggio. Il biglietto per questo servizio è di 13 euro a persona, la biglietteria si trova appena prima della porta di uscita mentre la partenza degli autobus è appena usciti dalle porte dell’aeroporto a destra.



Il viaggio in autobus sarà di circa un’ora e trenta con destinazione Parigi porte Maillot,
alle 10 del mattina può cominciare la scoperta di Parigi, l’importante è ritornare sempre a nel posteggio di Porte Maillot, 3ore e 30 prima che parta l’aereo. Il biglietto di ritorno si fa nella biglietteria all’ingresso del posteggio, noi abbiamo provato a farlo direttamente sul bus come ci avevano consigliato, e per poco non restavamo a piedi.




A Parigi, noi ci siamo mossi prevalentemente a piedi la nostra prima tappa è stato l’arco di trionfo. la giornata era tutt’altro che mite e nonostante mi fossi bardato sino all’inverosimile il freddo era intenso, quindi la fermata in un tipico bar parigino è stata davvero provvidenziale.



Vedere la Tour Eiffel con i suoi 304 metri di acciaio è stato uno spettacolo grandioso, purtroppo la coda agli ascensori era davvero lunga quindi noi abbiamo preferito fare le scale, costo del biglietto 4 euro a persona. I gradini che dalla base portano alla seconda piattaforma sono 668, un’ascesa da prendere con calma per i meno allenati.
Lo spettacolo che si può ammirare già dal secondo piano è davvero ragguardevole, la fatica che è costato lo valorizza ancora di più.
Scesi dalla torre ci aspetta Notre Dame, ma i 3 km circa (secondo mè anche di più) di distanza ci fanno scegliere di prendere la metro visto che la fermata si trova a pochi passi di distanza lungo la Senna,il costo del biglietto è circa un euro e cinquanta a testa, scendiamo proprio di fronte alla chiesa. Di questa costruzione la cosa che indubbiamente mi ha colpito maggiormente sono state le sue immense e variopinte vetrate, delle vere e proprie opere d’arte.



Ormai le 12 sono passate da un pezzo, la fame comincia a farsi sentire. Il Quartiere latino che si trova a pochi passi da Notre Dame è il posto ideale per consumare un veloce pranzo. I numerosi ristorantini che popolano queste vie, hanno dato vita a una lotta continua di offerte a ribasso, i prezzi per un menu fisso vanno dai 9 ai 15 euro e vi posso assicurare che il pranzo mi ha lasciato soddisfatto.
Una leggera pioggerellina accoglie la nostra uscita dal quartiere latino e ci accompagna sino all’entrata del Louvre (lo so, dedicare solo un paio di ore per visitare il museo più importante al mondo è davvero un abominio ma io sono un profano dell’arte e quindi posso permettermelo).




L’ingresso al museo costa nove euro consiglio a tutti di fare il biglietto presso i distributori automatici la coda è davvero molto ma molto meno lunga.

Della visita all’interno di questo museo posso solo dire che è una cosa da non perdere, la perfezione di alcune delle sue opere d’arte rasenta la magia, comunque un italiano avendone l’occasione non può non vedere la Gioconda di sicuro il quadro più sorvegliato di tutto il museo.

Usciti dal Louvre ormai è ora di tornare, decidiamo di farlo passando per i Campi Elisi.
Probabilmente una scelta sbagliata perché la camminata sarà davvero lunga e tutta sotto la pioggia, inoltre l’ultimo chilometro e mezzo prima di giungere all’Arco di Trionfo a causa dei mercatini natalizi sarà tutto in mezzo a una bolgia di gente.

Comunque nonostante la lunga camminata riusciremo ad arrivare alla fermata degli autobus in tempo e a prendere senza problemi il volo di ritorno.
p.s Rispetto a quello che avevo letto i prezzi per le consumazioni all’interno del aeroporto sono scesi di molto quindi non abbiate paura, ad esempio per 0.85 centesimi potrete prendervi anche una baguette parigina e con un euro mezzo litro d’acqua.ossia adesso i prezzi sono quelli di qualsiasi altro aeroporto.

giovedì 13 novembre 2008

viaggio al nord dell'australia i coccodrilli d'acqua salata





Una delle emozioni da non perdere per chi ha l’opportunità di passare per Cairns è quella di noleggiare una barca al porto, e con essa risalire il fiume, quasi sicuramente si avrà l’opportunita di imbattersi nei temuti coccodrilli di mare che in questo paese non scarseggiano di certo, sia allo stato selvatico che nelle numerose crocodile farms dove potrete assistere anche a spettacoli mozzafiato.


Coccodrilli Australiani



Ci sono due tipi di coccodrillo in Australia:
l'estuario e il Johnsons
L’estuario è un coccodrillo di acqua salata
il Johnsons è un coccodrillo di acqua dolce.


Entrambi si trovano nella parte tropicale del continente, ossia a settentrione.
Il coccodrillo d’estuario, oltre a vivere in acqua salata, è in grado di risalire i fiumi per un lungo tratto fino ad arrivare dove l’acqua è più fresca, è tra i coccodrilli più pericolosi di tutta la famiglia, essendo il più grande e il più pesante. in alcuni casi arriva a raggiungere i sette metri di lunghezza (anche se la media si aggira intorno ai 4 metri.)




Il Johnsons vive prevalentemente in acqua dolce, ma può vivere anche in acqua salata. Cresce fino a 3 metri di lunghezza. Si ritiene sia pericoloso, anche se non è noto per attacchi all'uomo. I coccodrilli hanno a un muso lungo e stretto e dentatura poderosa.


A differenza di altri rettili, i coccodrilli come i mammiferi e gli uccelli, hanno quattro sezioni nei loro cuori.



Il movimento in acqua è alimentato dalla loro lunga coda. Le gambe sono corte ,e munite di dita, cinque sulla parte anteriore e quattro nella parte posteriore.
Tutti i coccodrilli hanno occhi e narici sulla parte superiore della testa, in modo tale che quando si trovano in acqua, possono affiorare solo in minima parte.

Le mascelle dei coccodrilli sono molto forti ma non servono per masticare, di fatti i coccodrilli ingeriscono il cibo a grandi blocchi.

Il coccodrillo australiano ha un ampia gamma di prede, dai piccoli mammiferi, agli uccelli, ai pesci non disdegna neppure gli animali domestici.

dopo che il Coccodrillo afferra la preda questa viene trascinata in profondità dove sarà trattenuta sino all'annegamento.

Inoltre i coccodrilli, se necessario, possono saltare fuori dall'acqua per raggiungere la loro preda.




Dopo l'accoppiamento, la femmina depone circa 50-80 uova in un nido che costruisce vicino a un fiume, successivamente lo copre con foglie e vegetazione. Il marciume della vegetazione mantiene le uova in uno stato di caldo umido. La femmina veglierà sul nido per i 90 giorni di incubazione fino alla schiusa delle uova.




Quando le uova si schiudono la madre apre il nido e porta i neonati in acqua, dove inizieranno immediatamente a cacciare le loro prime prede (normalmente rane,gamberi e insetti). Circa la metàdei coccodrilli non passa il primo anno di vita.

Comunicazione tra coccodrilli

I coccodrilli comunicano tra di loro, attraverso i suoni che fanno costringendo l'aria attraverso la gola. Se sono minacciati, gli adulti emettono fruscii e ringhiano


Parco Kruger Elefante Africano







All’ interno del parco, sono stati frequenti gli avvistamenti di questo immenso mammifero, inoltre in seguito a brevi appostamenti, in prossimità delle pozze d’acqua, non è stato difficile imbattersi in branchi con più di venti esemplari.





poter avvicinarsi a questo enorme pachiderma nel suo ambiente naturale è stata davvero un esperienza indimenticabile.





Caratteristiche dell’elefante africano

Altezza: 3,5 metri circa
Lunghezza: 6,5 metri circa
Peso: 5000 kg circa
Zanne: 1,5 metri circa (nei maschi)

Le dimensioni delle femmine sono leggermente più piccole





Alimentazione: erbivoro (deve ingerire circa 300 kg di cibo al giorno)
Maturità sessuale: l’elefante raggiunge la maturità sessuale intorno ai 10 anni
Periodo di gestazione: 20 mesi circa
Longevità: 70 anni circa



Lelefante è un animale sociale, vive in branchi guidati da una patriarca, differentemente dalle femmine, che rimangono all’interno del branco per tutta la vita, i maschi più anziani si allontanano dal branco e conducono vita solitaria.




sabato 18 ottobre 2008

Soggiorno alle Mauritius


Atterrati all’isola di Mauritius, solo un volo ci separa dal nostro ritorno, ormai si comincia a respirare aria di casa. Comunque sia non vediamo l’ora di poter visitare questa meta cosi ambita dai turisti di tutto il mondo.
Di quest’isola bisogna subito sottolineare un fatto strano, l’aeroporto è nella parte non turistica, per giungere alla nostra destinazione ossia l’altro capo dell’isola bisogna percorrere 85 km gli unici mezzi per coprire questo tragitto sono i taxi con un conseguente potere di contrattazione da parte nostra pari a zero.
Anche la prima sistemazione ci riserverà delle sorprese, il prezzo pattuito telefonicamente sarà più che triplicato. La sera incombente e i bagagli sempre più pesanti (ho fatto il conto che le mie valige dovevano pesare più di 50 kg) anche se per una sola notte,ci invogliano ad accettare ugualmente questa ingiusta offerta.



Il resto della serata passerà, vedendoci impegnati nella ricerca di una nuova sistemazione e di un ristorante che appaghi il nostro palato occidentale. Per quanto riguarda la sistemazione saremo più che fortunati, trovando un appartamento con cucina annessa e vasto balcone sul mare, al prezzo di un terzo rispetto al nostro, il proprietario sarà inoltre prodigo nel fornire la sua disponibilità verso qualsiasi altra nostra richiesta, di fatti prenoteremo subito anche due biciclette. Per chi fosse interessato il nome di questa sistemazione è “Residence Paramal”e per tutti i giorni della nostra permanenza in questa sistemazione non ho nulla di cui lamentarmi.



Differentemente la cena sarà leggermente deludente e la pasta al pesto da me consumata rientra sicuramente con ampio merito nel top delle peggiori di sempre.
La mattina seguente nella nostra fase di scoperta, troveremo un isola diversa da quella che ci eravamo immaginati. Abitata quasi esclusivamente da popolazione creola , qui il fervore religioso è tangibile. Ogni sera le preghiere risuonano nella città, mentre il sabato alle 4 del mattino ti svegliano di soprassalto.



A parte i grandi villaggi vacanza, dove pacchetti all inclusive, appagano completamente i turisti senza bisogno di farli uscire dal villaggio, ora l’intera isola stà cercando di basare la sua economia sul turismo, anche se a mio avviso ha poco da offrire rispetto ad altri paesi tropicali, Il mare Non è ne particolarmente caldo ne limpido, i pesci vicino alla costa sono pochi, le spiagge sono sguarnite interessante di contro può essere la visita alla fabbrica del the oppure a quella dello zucchero, meno quella dei biscotti.
Appagante a mio avviso può essere la visita al parco botanico dove per poche rupie una guida vi illustrerà tutte le caratteristiche delle numerose piante che qui vivono (se siete fortunati anche in lingua italiana) ovviamente l’ottantacinque per cento di queste piante non sono originarie dell’isola. Come del resto non lo sono nemmeno le tartarughe di terra giganti che si possono osservare all’interno di un recinto.



Anche la visita di Port Louise, una delle sue maggiori città, si è rivelata poco interessante le numerose bancarelle esposte lungo il suo affollatissimo mercato per un momento mi hanno fatto tornare in mente la Thailandia, ma la povertà della merce esposta mi ha fatto subito riaprire gli occhi.



In ogni negozio è possibile acquistare una statuetta in miniatura del dodo (uccello incapace al volo simile al tacchino estinto oltre 300 anni fa) la varietà di conchiglie disponibili per l’acquisto è veramente enorme, gli appassionati non potranno rimanerne delusi (anche sei io in acqua e in spiaggia ne ho viste davvero poche e di tutt’altro aspetto).



Devo ammettere che forse il mio giudizio negativo è stato condizionato dal tempo incerto che ci ha accompagnato per tutta la nostra permanenza, comunque, quando la ragazza del call center della compagnia aerea per il viaggio di ritorno, ci ha confermato la possibilità di anticipare di una settimana il rientro, ne sono stato davvero felice
.

giovedì 16 ottobre 2008

Sud Africa Parco Kruger




Appassionato di natura, lettore di numerosi romanzi di Wuilbur Smith e non solo, ho cominciato a sognare questo continente quando ero ancora un bambino, sceso dall'aereo quindi mi aspettavo già di sentire delle sensazioni diverse come se fossi arrivato nella terra promessa, invece il mio disappunto è stato tangibile quando, osservando le case e i paesaggi vedevo luoghi e strade anonimi privi delle peculiarità che tanto mi avevano fatto fantasticare.



Anche durante la strepitosa colazione della mattina seguente i miei pensieri erano sempre gli stessi, ironicamente mi dicevo “bè male che vada qui si può tornare per la colazione”.



Durante il tragitto in macchina le mie impressioni sono cambiate!
Mentre ci lasciavamo alle spalle il disordine della periferia di Jhoannesburg, colmando senza troppa fretta i 400 chilometri che ci avrebbero portato alle porte del parco Kruger, il mio sguardo veniva incuriosito dalle infinite e ondulate distese di campi coltivati, dove il brullo di quello a riposo, contrasta nettamente con il verde carico di quello lavorato, ma questo paesaggio non era destinato a durare, dopo un po’ infatti, le ondulazioni si inaspriscono e cominciano a formarsi le prime colline.



Numerose le rocce spuntano in ogni dove, il giallo della paglia e il nero delle piante senza foglie stona con i numerosi laghetti e ruscelli che si possono osservare, improvvisamente sui bordi delle strade appaiono i primi babbuini che, incuranti delle macchine, procedono con calma in cerca di qualcosa da mangiare.



Il mio sguardo si è fatto attento, ora segue senza sosta tutte le asperità del terreno, aspettandosi quello che poco dopo gli si rivela, il terreno cambia ancora e le colline diventano rocce ammassate l'una sull'altra in equilibri precari, poca la terra dove la vegetazione fatica ad attecchire, ma è solo per poco, le rocce si rimpiccoliscono, le colline diventano regolari, la paglia sovrastata da una spoglia boscaglia torna a ricoprirle, qui numerosi voli di piccolissimi passeracei si nascondono dopo veloci incursioni in un cielo fin troppo grande.



quando raggiungiamo le porte del parco la delusione del giorno prima è ormai svanita, sono sveglio e all'erta come non mai, mi sembra quasi di arrivare ad un appuntamento fissato da molto tempo.



All'interno del parco passeremo tre notti una nel villaggio di Suzuka e due in quello di Berg en dal.

Appena varcato l’ingresso facciamo subito il primo avvistamento, sono due facoceri che grufolano in una radura, pochi metri e un branco di gazzelle ci attraversa la strada, (alla fine scopriremo che la gazzella è un animale davvero comune all’interno del parco e le numerose foto scattate quasi alla rinfusa del primo avvistamento saranno tutte rimpiazzate da dei nitidissimi primi piani).
Quando vediamo la prima giraffa ne restiamo sbalorditi, è proprio vero che chi ha inventato gli animali ce ne ha messa molta di fantasia. Gli avvistamenti si ripeteranno frequenti per tutto il resto del tragitto e arrivati alla nostra prima sistemazione un accogliente bungalow, sarò decisamente soddisfatto.



Dopo un attesa di oltre un ora riusciremo anche a consumare una cena a base di carne per poi andare a dormire carichi di aspettativa per la giornata successiva.
Nei due giorni che seguiranno avrò l’occasione di vedere davvero un numero elevatissimo di animali, alcuni dei quali mai visti prima,nemmeno nei documentari, sono davvero felice di essere riuscito a fotografarli quasi tutti! l’album che ne ricaverò avrà per mè un valore inestimabile.



L’incontro più emozionante del safari sono stati due grossi rinoceronti che si abbeveravano vicino ad una pozza d’acqua e la felicità dell’avvistamento mista alla tensione del pericolo è davvero un ricordo indimenticabile.



Nonostante li avessimo cercati accanitamente, i nostri giorni al parco finiranno senza aver avvistato nessun felino, a mio avviso questo è stato un chiaro segnale infatti Salendo sull’aereo per le Maurizius il saluto che ho dato a questo paese è stato un arrivederci, magari non a presto, ma di sicuro ARRIVEDERCI.

Volo Sidney Johannesburg visita al polo sud



Il ritorno a Sidney anche se solo per una giornata è stato molto piacevole,
questa città che già mi aveva colpito pochi giorni addietro, ci ha accolto con una temperatura di oltre dieci gradi superiore, con questo clima più che estivo è stato davvero un piacere passeggiare nuovamente per le sue ampie e ventilate strade.



Doveva essere una giornata di festa perchè sulle austere navi militari ancorate al porto garrivano centinaia di bandierine variopinte, e per un giorno anche il pubblico poteva salirvi, noi ovviamente ne abbiamo approfittato, divertendoci a girare per i corridoi di questi immensi mostri del mare.



Il resto della giornata poi, è scemato lentamente in una camminata solitaria che dal parco, mi ha portato nei negozi del centro e poi ancora, in un piacevole vagabondare alla scoperta dei tratti più nascosti di questa fantastica città, intanto preparavo la mente al lungo volo di 14 ore verso l'ultimo dei cinque continenti del nostro viaggio l'Africa.



A parte le due ore di coda per il check-in la partenza da Sidney non ha dato problemi e con un ricco inventario di film e di giochi ,il volo per Johannesburg
è passato molto più velocemente del previsto. durante il viaggio ho avuto inoltre la possibilità di osservare uno spettacolo tanto meraviglioso quanto imprevisto.



Circa a metà viaggio mentre ero concentrato nel seguire la trama di un film sul rugby, un signore sulla settantina passandomi di fianco mi ha invitato a guardare fuori dall'oblò, anche se un po' controvoglia (visto che dovevo alzarmi e andare sino a quello delle uscite di emergenza perchè tutti gli altri erano chiusi )ma comunque incuriosito, ho seguito il suo consiglio.



Grande è stata la mia sorpresa nel vedere un immensa distesa bianca dove numerose venature testimoniavano la lotta costante tra il ghiaccio e l'acqua.



Nonostante abbia già avuto modo di vedere il pack in numerosi documentari, l'immensa realtà di questo continente ghiacciato mi ha davvero impressionato e gli scorci che ho avuto modo di rubare in quei preziosi attimi resteranno sempre vivi nei miei ricordi, per questo ringrazio ancora una volta quel simpatico signore che mi ha regalato questa esperienza.



sabato 27 settembre 2008

Viaggio alle Isole Vanuatu



È ormai notte fatta quando finalmente a Port Vila, mettiamo per la prima volta piede su suolo Vanuatu, l'aeroporto è davvero minuto e l'ufficio del turismo viene subito preso d'assalto, non avendo prenotato in precedenza, per la notte dobbiamo accontentarci di un ricovero piuttosto spartano, ma il clima di avventura e scoperta che aleggia tra non ci farà badare più di tanto ai giacigli scomodi e la mattina riposati e galvanizzati saremo pronti per il lungo tragitto che dalla capitale ci porterà sino all'isola di Nguna.



Il primo mezzo di trasporto che prendiamo è un piccolo pulmino che in poco meno di dieci minuti ci lascia di fronte a un grande mercato coperto nel centro della città, qui la ricerca del luogo di partenza del truck per il successivo tratto sarà davvero dura, ogni persona a cui chiediamo informazioni ci indirizza verso un luogo diverso da quello precedente, è solo per il rotto della cuffia che alla fine riusciamo a prenderlo



(per chi non lo sapesse il truck non è alto che un camioncino dove sul pianale sono state ricavate delle panche ) le due ore e oltre di questo tragitto saranno tutt'altro che comode anche perchè l'autista non è certo un provetto guidatore e sulla strada sterrata che dalla capitale porta fino alla partenza delle barche non penserà certo che i suoi passeggeri non godono certo di cinture di sicurezza e sedili imbottiti.



L'ultimo tratto di traversata in barca(circa una mezz'ora) sarà praticamente una passeggiata.
appena sbarcati chiediamo subito di Joan, il proprietario del Bungalow dove dovremmo alloggiare, non facciamo in tempo a finire la frase che un bambinetto di 8 anni parte di corsa tornando poco dopo accompagnato da unragazzo diuna ventina d'anni, dopo una calorosa stretta di mano, Joan ci scorta in un posto più appartato dove con imbarazzo ci dice che i suoi bungalow sono tutti occupati ma se vogliamo possiamo dormire per due notti in una guesthouse sino a quado uno dei suoi bungalow tornerà disponibile.



Alla fine questa sistemazione si dimostrerà fornita di tutto l'occorrente e i pernottamenti non saranno affatto male anche se i pranzi e le cene a base di riso in bianco banane fritte e manioca non incontreranno pienamente i gusti del mio palato.
Il mare di Nguna è davvero da cartolina, l'azzurro e il blu si fondono per poi dividersi nuovamente mentre una cornice di sabbia bianca da una parte e la fitta vegetazione tropicale dall'altra completano un quadro che è davvero incantevole.



Diversamente dalle altre spiagge tropicali comunque, all'interno della barriera corallina non si vedono molti pesci e facendo snorkeling ci si deve accontentare di osservare le varie tipologie di coralli e conchiglie, oltretutto nello stretto che separa Nguna da Pelè un altra isola la corrente è davvero forte e bisogna stare attenti.



Molto suggestiva sarà la camminata che faremo accompagnati da Curk (una guida improvvisata dell'isola) fino alla sommità del vulcano spento che qui si trova.
Durante il tragitto Curk si fermerà varie volte per illustrarci le caratteristiche di diverse piante facendoci gustare anche numerosi frutti tra cui ovviamente anche il latte di cocco, dopo un ora buona di cammino (che sarebbe stato meglio fare con le scarpe da ginnastica piuttosto che le infradito) finalmente riusciamo a guadagnare la cima, qui la vista può spaziare su tutta l'isola e su quelle vicine , per mè l'invito a scattare qualche foto è davvero irresistibile.



Il passaggio dalla guesthouse alla sistemazione di Joan sarà particolarmente traumatico, i letti non erano altro che dei piani di legno con sopra una gomma piuma di 3 cm e una coperta, preferisco non commentare la struttura del bungalow né quella del bagno e della doccia a secchio e mezzo cocco, infine vi posso assicurare che quando la notte arriva alle 6 di sera trovandoti senza corrente in un posto scomodo è davvero lunga aspettare l'alba.
Gli abitanti di questo villaggio ci tengono alla pulizia e a tutte le ore del giorno si possono vedere con in mano una scopa a spazzare le stradine sterrate del villaggio, per il resto non sembrano avere un attività che li caratterizzi anzi, potrei dire che non fanno nulla, se hanno fame, di frutta ne hanno sempre e se vogliono qualcosa di diverso escono a pescare, o catturano una delle numerose galline che razzola nei loro cortili, le donne ogni tanto con le foglie di palma intrecciano borse o stuoie ma di sicuro non impazziscono nel farlo,nel pomeriggio sotto frondosi alberi si formano crocchi di persone che discutono allegramente, mentre bevono gova il loro liquore locale.



Una lunga camminata sino all'altro capo dell'isola ci terrà impegnati per tutto il giorno precedente la nostra partenza, lungo la strada avremo modo di incontrare diverse persone alcune delle quali ci rincorreranno solo per stringerci la mano, altre invece ci guarderanno sospettose per poi aprirsi in un bianchissimo sorriso al nostro timido hello.
La spiaggia che troveremo al termine delle due ore di cammino non sarà di sabbia ma di resti di corallo quello bianco ovviamente, il mare in compenso grazie alla baia che ripara dal vento sarà particolarmente calmo invitandoci irresistibilmente a fare una bella nuotata,anche qui non vedrò molti pesci ma i due giganteschi pesci istrici che si lasceranno avvicinare ripagheranno con qualità la quantità che anche in questo tratto di mare è mancata.



Il ritorno a Port Vila sarà particolarmente felice e il lungo e scomodo tragitto in truk verrà abbondantemente ripagato dall'abbondante colazione a base di paste e cappuccino che nei giorni addietro avevamo più volte fantasticato.
Purtroppo le condizioni meteo rimaste instabili sin dal nostro arrivo alle Vanuatu in questi ultimi giorni sono molto peggiorate e i tre giorni precedenti la nostra partenza la pioggia è stata sicuramente la protagonista incontrastata costringendoci a passare le giornate in albergo, anche ora che stò scrivendo fuori piove a dirotto, non vedo l'ora di prendere l'aereo.