domenica 27 luglio 2008

Hawaii tuismo fai da te

Dopo un volo di 5 ore finalmente atterriamo, nonostante il fuso sia slittato indietro di altre tre ore qui la sera arriva molto prima e alle 19 è già arrivata da un pezzo.

Di bus dall'aeroporto non ne partono già più, quindi decidiamo di prendere una macchina a nolo, il noleggiatore un simpatico ragazzo di nome Natan parte da un prezzo di 500 dollari per 5 giorni e alla fine dopo aver esternato la sua simpatia verso la nostra nazione conclude con 280 dollari, la macchina che ci viene assegnata é una jeep color rosso acceso, ne rimaniamo subito soddisfatti, anche se, saliti noi e caricati i bagagli, di posto non ne rimane proprio più.

Prima di arrivare all'albergo sbagliamo strada almeno un paio di volte, alla fine però dopo le indicazioni di una gentile signora riusciamo a raggiungerlo quindi trionfalmente portiamo i bagagli in camera e ci riassettiamo un pò, ma alle nove quando usciamo per un veloce giro esplorativo scopriamo che ormai é tutto chiuso,(come avremo modo di costatare anche in futuro la vita notturna a Big Island non è molto prolissa),quindi torniamo in albergo e felicemente sprofondiamo nel sonno.

La mattina del 20 uscendo rimaniamo colpiti dall'innumerevole varietà di piante e di animali che popolano quest'isola,addirittura arrivati sulla spiaggia vediamo un branco di pesci color giallo acceso,che visto la limpidezza dell'acqua risultano visibili come se nuotassero nell'aria. facciamo rapidamente colazione in un simpatico locale sulla spiaggia,cogliamo l'occasione per fare qualche fotografia e poi in macchina ci spostiamo verso la nostra successiva destinazione.

L'isola si rivela essere molto più grande di quello che avevo pensato e lungo il tragitto troviamo diversi tipi di vegetazione, da quella ricca e oppressiva della foresta pluviale sino al terreno lavico privo di qualsiasi tipo di vita, innumerevoli piante di papaya, cocco liecis e altre cariche di frutti simili a manghi che non conoso,si susseguono e io rimango affascinato ad osservarle dal finestrino, la voglia di assaggiarli é molta ma la paura di un mal di pancia improvviso riesce a frenare questa mia voglia di scoperta.

Arrivati all'ostello nel quale dovremmo passare la notte, una casa dispersa nel verde della foresta ,scopriamo che il proprietario é fuori e non ritornerà prima delle 17 del pomeriggio, quindi per non perdere altro tempovisto che sono appena le 11 proseguiamo la nostra visita esplorativa e ci portiamo verso costa.

Ancora una volta le dimensioni dell'isola ci sconcertano ed il viaggio si rivela essere molto più lungo del previsto, a un certo punto vediamo che alcune geep svoltano per una stradina sterrata siccome una sul pianale ha una canna da pesca decidiamo di seguirle, dopo poco il terreno diventa lavico e la strada si fa molto accidentata finalmente vediamo la costa, di spiaggia nemmeno l'ombra e inoltre il mare mosso ci fa passare la voglia di fare il bagno,
prepariamo le canne da pesca e proviamo a tirar su qualcosa, nonostante di pesci se ne vedano molti nessuno sembra intenzionato ad abboccare alla nostra esca,anche perchè ci vuole del tempo per capire come insediarli cosa che il Davide non sembra intenzionato a capire, quindi dopo un ora di insuccessi ci spostiamo ancora e finalmente ci imbattiamo in una pseudospiaggia.

Formata da una conca che impedisce alle onde di entrare, la spiaggia tutta in pietra vulcanica concede un area balneabile di un migliaio di metri quadri, velocemente indossiamo maschera e boccaglio e ci tuffiamo, l'impressione è quella di essere in un documentario, pesci di ogni forma e dimensione per nulla intimoriti ci passano di fianco, o rimangono ad osservarci incuriositi dai loro anfratti, davvero un esperienza indimenticabile la prudenza comunque ci fa restare in acqua solo per pochi minuti visto che un cambio di corrente comincia a rendere turbolento
anche questo tratto di costa.

Tornati all'ostello finalmente troviamo il proprietario, il quale, dopo averci illustrato le regole del luogo ci assegna due letti in una stanza molto ospitale e pulita.
Il primo lavaggio di biancheria e una cena a base di fettuccine ai gamberi in un locale non molto distante segneranno la fine della serata.

Seguendo il consiglio di due isolani, L'indomani ci dirigiamo verso la spiaggia di Punalu'u dove sono solite vedersi le testuggini, in breve ci arriviamo solo che ad accoglierci troviamo un altra volta il mare moss,o la nuotata sperata con relativo avvistamento testuggini ci vengono preclusi, decidiamo quindi di andare a visitare il parco di Kilauea dove si trova una caldera vulcanica ancora attiva.

Il costo del biglietto d'ingresso é 10 dollari a macchina e da subito l'area che si respira è leggermente sulfurea, ma la giornata finalmente soleggiata e ventilata non lo fa notare, dopo aver comprato qualche gadget nel punto informativo gestito dalle guardie del parco cominciamo la visita in parte a piedi in parte in macchina,visto che il parco è davvero grande.

Alla caldera non ci si può avvicinare visto la sua continua attività vulcanica ,ma ci sono dei punti di osservazione dove la si può vedere chiaramente in tutta la sua imponenza, per il resto sembra di viaggiare su un terreno lunare particolarmente desolato e inospitale dove diversi cartelli posti ai margini della strada portano la data dell'eruzione che si vede.

Sulla strada del ritorno ci imbattiamo anche in due oche del luogo particolarmente tutelate a causa del pericolo di estinzione che corrono, ci accorgiamo subito quale sia il motivo che le ha portate a ridursi cosi tanto di numero, quando dopo aver fatto una foto di fretta scendo dalla macchina e provo a ad avvicinarmi per farne una migliore, alla fine arrivo a essere a non più di 40 cm da loro senza che queste si spaventino minimamente.

Il viaggio prosegue con destinazione Hilo una città sulla costa.
arriviamo nel primo pomeriggio e Troviamo subito alloggio in un altro ostello, qui abbiamo anche la connessione internet, ne approfitto per fare una videochiamata a casa

Il pomeriggio che passeremo a Hilo merita di essere ricordato per il primo cocco colto dalla palma e per la super cena a meno di 15 euro in un ristorante Italiano, per il resto davvero nulla da dire, inoltre la giornata semipiovosa non ha di certo aiutato e le spiagge balneabili completamente assenti hanno contribuito a completare il quadro d una giornata deludente.

Dopo aver velocemente sfogliato le attrazioni dell'isola decidiamo di ritornare a Kona per una strada interna dove faremo tappa sui 4200 metri del Manua Loa, fortunamente il dislivello lo colmerà tutto la macchina e noi dovremo prendere solo quei 4 minuti di freddo per le foto ricordo.
Giunti a Kona abbiamo qualche problema a trovare sistemazione, anche perchè al punto informativo non ci aiutano molto, ironia della sorte l'albergo in cui alla fine alloggeremo sarà proprio di fronte.
A Kona decidiamo di passare in assoluto relax le due giornate che ci mancano, la sistemazione è ottima ed anche servita e la spiaggia balneabile rende il soggiorno ancora più invitante.
Proviamo anche a fare mezza giornata di pesca d'altura nostro sogno da tempi immemor
abili, sesanta euro ci sembrano una cifra più che giusta da investire per questa emozione, ma giunti al porto ci dicono che siamo ormai fuori tempo per le prenotazioni quindi il sogno rimane sogno, facciamo scorta in un negozio di pesca e proviamo comunque da riva le catture non si fanno attendere e sia io che Davide allamiamo e rilasciamo diverse prede sino a quando io non tiroa riva un pesce stranissimo dai colori sgargianti e con il muso a punta, faccio in tempo a fare una foto e veniamo cacciati in malo modo da due persone del posto, non capiamo se non si può pescare oppure se intralciamo gli allenamenti con le canoe o quale sia il motivo ma tanta è la foga di quelli che ci vogliono allontanare che preferiamo allontanarci e alla svelta prima di incorrere magari anche in qualche sanzione.

Finalmente riusciamo a fare il bagno in compagnia di una testuggine che intenta a staccare alghe dalle rocce non ci darà molta attenzione ma per mè resterà comunque un esperienza indimenticabile peccato non abbia potuto scattare delle foto.
Senza accorgerci arriva il giorno della partenza e con un po' di tristezza ci avviamo verso l'aeroporto. gli unici rimpianti che lascio alle Hawaii sono la battuta di pesca d'altura sfumata, e il non aver esplorato come invece mi sarebbe piaciuto le foreste del luogo spero che il futuro mi dia ancora queste possibilità.