sabato 14 giugno 2008

Storia per Bambini Morgan il Mago Eremita

questo è il racconto di una delle numerose avventure di Morgan Il mago eremita e dei suoi amici della foresta. In un mondo dove tutti seguono la stessa strada, qualcuno ne percorre una diversa ed estremamente più misteriosa. buona lettura



Era una sera di molto tempo fa, la pioggia che fuori cadeva incessantemente, andava a formare misteriosi rivoli sulle minute finestre fiocamente illuminate, la capanna si trovava nel folto della foresta, l’unico modo per raggiungerla era percorrendo un piccolo e serpeggiante sentiero che si intrufolava fra i maestosi tronchi di alberi centenari. Quello era un luogo decisamente poco ospitale per chi era avvezzo alle comodità cittadine , l’elettricità e l’acqua corrente non erano mai arrivati, per non parlare del gas e del telefono, ma il proprietario di quella capanna non era sicuramente un cittadino e dei privilegi della vita di città non avrebbe saputo che farsene anzi. I pochi che lo avevano visto, lo descrivevano come un personaggio alquanto enigmatico e stravagante, con quel suo bastone tutto nerboruto e quel cappello a punta sempre calato in testa, sia in inverno che in piena estate.Morgan l’eremita della montagna, quello cosi si chiamava, era sempre accompagnato dai suoi inseparabili amici, come era solito chiamarli lui, un pelosissimo cane bianco di una taglia spropositata e di razza indefinita, che rispondeva al nome di Gil e Samuel un gatto rosso con una coda lunghissima. Ma quello che colpiva maggiormente in lui era la vitalità con la quale questo ossuto vecchietto, ormai sicuramente sull’ottantina, si muoveva per quei sentieri impervi con una velocità quasi innaturale come se avesse delle molle al posto delle gambe e fosse sempre in ritardo per qualcosa.
Quella sera Morgan, era seduto su una comoda sedia a dondolo posta vicino ad uno scoppiettante caminetto,e contemplava la pioggia che continuava a cadere copiosa all’esterno, la sua calma apparente tradiva i pensieri contrastanti che regnavano dentro di lui,acciambellato al bordo del camino con uno sguardo insonnolito Samuel lo guardava distrattamente come se sapesse già quali fossero i suoi pensieri mentre Gil restava straiato ai piedi della sedia senza curarsi apparentemente di nulla qualunque cosa avesse deciso di fare il suo padrone lui lo avrebbe seguito.
“Stupida gioventù sempre incurante dei consigli degli altri questa te la sei proprio cercata e la meriti tutta.”
Lo aveva visto salire quella mattina un ragazzo di una quindicina d’anni con un grande zaino in spalla probabilmente alle prese con la sua prima avventura in solitaria, vedendo il sacco a pelo legato saldamente sullo zaino, Morgan aveva rotto la sua solita reticenza a parlare e aveva chiesto al ragazzo dove volesse andare , lui con un sorriso spavaldo aveva risposto che stava andando in cima al monte Silar e li avrebbe passato la notte all’aperto osservando le stelle, poi come per enfatizzare la sua temerarietà aveva continuato dicendo che i suoi genitori pensavano fosse a dormire da un amico e che sicuramente non lo avrebbero lasciato andare da solo in un posto così ma siccome la vita aveva bisogno ti avventure era giunta l’ora di andare a cercarle e aveva concluso sfoggiando sempre quel suo sorriso compiaciuto, Morgan aveva provato a dissuaderlo preannunciandogli che la sera sarebbe arrivato un fortissimo temporale e sicuramente le attrezzature che il ragazzo si portava dietro non erano sufficienti a garantirgli una notte tranquilla, ma lui aveva risposto che le previsioni davano bel tempo e che comunque una sfida in più era sempre ben accetta e salutandolo aveva ripreso a inerpicarsi con più impegno di prima.
Incapace di restare Seduto Morgan si alzo dalla sedia e con 2 ampi passi si portò davanti al caminetto, ripetendosi che era solo per curiosità che lo stava facendo mise una mano davanti al fuoco e disse Shavar , lentamente il fuoco divenne di un bianco intenso poi all’interno della fiamma cominciò a intravedere il ragazzo, si trovava sotto un rifugio di fortuna che si era abilmente costruito aveva messo dei tronchi sopra a due grosse rocce e li aveva coperti con dei rami di Abete la salda struttura che ne era risultata era quasi impermeabile e il ragazzo rannicchiato al suo interno osservava con una calma compiaciuta la pioggia che fuori continuava a cadere incessante
Morgan che si era aspettato di vedere un ragazzo in preda alle lacrime e alla disperazione si trovò quasi ad ammirarlo e forse per questo continuò ad osservare la scena provando ad ampliare un po’ la sua finestra di osservazione, il sorriso che poco prima gli era apparso si gelò sul volto subito corse ad afferrare il suo pesante bastone e seguito lestamente dal Gil e un po’ più a malincuore da Samuel si fiondò nel cuore della notte sotto la pioggia scrosciante.
“Stupido Ragazzo sei veramente uno stupido ragazzo come hai fatto a non accorgerti ma cosa avevi in mente” continuava a ripetere mentre si incamminava , il riparo di fortuna era stato costruito all’interno dell’alveo di un fiume che convogliava le piene temporalesche a valle, fra poco tempo il ragazzo si sarebbe trovato davvero in una brutta situazione, l’avventura che tanto era andato cercando sarebbe potuta diventare anche l’ultima.
più camminava più Samuel capiva che con quella andatura non sarebbe mai arrivato in tempo per soccorrere il ragazzo cosi si fermò prese il bastone con entrambe le mani e lo picchiò due volte al suolo dicendo IRATICUS, soddisfatto riprese nuovamente a camminare ma mentre prima Gil e Samuel lo seguivano con passo lento ora invece dovevano correre per non farsi distanziare dal vecchio.
Fu quando mancava ormai davvero poco a raggiungere che un rumore scrosciante gli fece perdere il respiro era arrivato tardi e come potè vedere poco dopo, un imponente valanga d’acqua si era riversata in mezzo a quella accozzaglia di rocce e il rifugio del ragazzo era stato spazzato via come un ramoscello disperato Morgan corse fino alla riva di quel fiume improvvisato e si mise a scrutare il corso del fiume alla ricerca del giovane, dopo poco qualcosa di rosso attirò la sua attenzione provò ad avvicinarsi per vedere meglio, molto fu il suo stupore in quello che vide, si era ancorato ad un tronco e li continuava a tenersi aggrappato con tutte le sue forze ormai doveva essere stremato ma non mollava, quasi d’istinto si trovò ad alzare la mano per invocare la magia ma si fermò immediatamente cosa ne sarebbe stato della sua calma e della sua vita riservata se quel ragazzo sarebbe tornato in citta schiamazzando di un vecchio che lo aveva salvato da un fiume in piena facendolo letteralmente volare al suo fianco, anche solo per curiosità giornalisti, curiosi e fanatici si sarebbero recati di sicuro a cercarlo e questo lui non lo voleva proprio, cosi lentamente si portò il più vicino che potè e poi chiamandolo gli disse di provare ad afferrare la sua mano, inizialmente il ragazzo non lo senti nemmeno troppo era il rumore del fiume o forse anche le sue forze lo stavano già abbandonato, poi aprendo gli occhi lo scorse allora Samuel provò ad allungargli il suo bastone
Inizialmente il ragazzo era reticente a lasciare la salda presa sul tronco ma poi conscio della sua situazione provò ad afferrarlo fu in un lampo inizialmente la sua presa sembrò salda ma poi le mani del ragazzo cominciarono a scivolare e in un attimo venne strappato via dai flutti lanciando uno sguardo per la prima volta terrorizzato verso il vecchio VRASIA fu immediato l’istinto precedette quello che la ragione avrebbe fatto seguire poco dopo il ragazzo fu strappato via dal fiume che già lo aveva reclamato e si trovò a volteggiare in aria poi lentamente andò a deporsi ai piedi del Vecchio osservandolo con un misto di gratitudine e di incredulità, prima di perdere anche l’ultimo briciolo di forza e rimanere privo di sensi sotto quel cielo che invece di mostrargli le stelle lo aveva sommerso d’acqua.