sabato 8 marzo 2008

8 MARZO

Dolci fiori di profumate virtù
Affascinanti e Imperscrutabili
Colorate di interesse i nostri sospiri
Rendendoci insonni

Vostro è il nostro cuore
Ve lo doniamo senza riserbo
Un umile dono
Il più sincero

Impossibile non pensarvi
Troppo sarebbe l’impegno
Lasciateci restare
Trarremo conforto dalla Vostra sola vicinanza

venerdì 7 marzo 2008

R.S.A.

Triste il ricordo che ne porto,
corpi trasformati in crisalidi
a volte già in viaggio verso imprescindibili futuri

riuniti e divisi in strutture vuote
senza Amore,
ridicoli giochi per bambini penzolano nelle aree comuni
quasi che l’ultimo tratto voglia ricondurre al primo

Volutamente annebbiati dagli anni e dalla sofferenza
Abbandonati dalla crudeltà o dall’impossibilità
Aspettano

Questo è il regno delle cooperative
Qui si lotta al risparmio
Su tutto
Anche se già si sa che l’utile di fine anno sarà zero

Troppo fragile alle emozioni forti
Qui mi muovevo come inebetito.

Ricordo la voce di una vecchina
Che mi supplicava di raccoglierle un oggetto
Inutilmente lo cercai

appellandomi alla direttrice
La vidi sorridere
Ha l’Alzheimer mi disse

Voglia di scappare
Di correre
Di afferrare il destino,
Come è possibile spegnersi tanto lentamente.

martedì 4 marzo 2008

diario di viaggio 2 marzo

Un Paese sospinto sul mare, come se le montagne che lo abbracciano si fossero formate in seguito inerpicando le case in anguste posizioni e sgraziandone i lineamenti, la sensazione di scomodo comincia molto prima di dover trovare il parcheggio per la macchina, che ovviamente non c’è.
Tutto sembra ridotto all’essenziale e l’idea che mi sono fatto delle persone non era delle migliori, decisamente gelosi del loro poco, le ricche piante di limoni che spuntavano ovunque ce ne fosse il posto, sembravano aver catalogato da qualche parte il numero dei frutti che portavano e un pericoloso monito aleggiava nell’aria per chiunque avesse anelato a possederne uno, non vi era segno di floridezza e la trascuratezza emergeva in ogni dove come se fosse un segno caratteristico di un posto di mare come quello.
Le viuzze del paese si mescolavano fin troppo intimamente con la vita delle persone che li vi abitavano, più di una volta ho pensato di essere finito in qualche luogo privato per poi rincuorarmi vedendo i classici cartelli che indicano ai turisti le mete del luogo.
Ovunque lo stagnante odore di gatto e quello di muffa si mescolavano portando il volto ad assumere una costante smorfia di disgusto, i gradini che guidavano al belvedere erano scivolosi e accidentati, fortunatamente prima di lasciare la macchina avevo cambiato il mio paio di scarpe formali con uno da passeggio molto più comode, altrimenti me la sarei vista davvero brutta.

La costa era davvero stupenda! Appariva come un fresco respiro montano dopo un angusto passaggio in galleria , il mare mosso ne enfatizzava ancora maggiormente l’irregolare profilo, scogli a picco sul mare sporgevano dalla montagna come denti di un vorace predatore, assaggiavano in un instancabile pasto il mare che gli si concedeva violentemente per poi ritirarsi in un vortice di schiuma, il sole che guerreggiava con delle nuvole temporalesche, lanciava lampi di luce che colpendo il mare ne conferivano un aspetto ancora più selvaggio.
Nuovamente, come spesso mi capita osservando le bellezze della natura, qui ho avuto coscienza del tempo, di come è diversa la sua unità, per mè che volgendomi al passato vedo la mia evoluzione da bambino a ragazzo e infine uomo in un periodo alla fine breve tanto da ricordare persino il banale, e differentemente osservando questo immenso di scogli schiuma sole e terra sento che tale immagine sarebbe risultata del tutto simile duecento, cinquecento, probabilmente anche mille o duemila anni fa, lo stato di triste consapevolezza, logica conseguenza di queste riflessioni, mi ha portato a pensare a quanto è difficile per un uomo raggiungere la pienezza dell’essere in una vita così breve, e quanto forse erroneamente ci si lega a un corpo e a delle regole che in poco tempo non saranno che cenere nel fuoco dell’infinito.

Nic78

domenica 2 marzo 2008

Viaggio a Riga

Giovedì 26 febbraio Un sospiro lungo tre ore, mi ha riportato alla solita vita , E non importa se durante il volo vari vuoti d’aria scuotessero violentemente l’aereo, io rimanevo come inebetito al ricordo di quello che stavo lasciando, pensando a quanto fosse diverso da quello che avevo sempre conosciuto.
Di questi cinque giorni passati, il ricordo che mi rimane sembra un sogno ovattato di qualcosa di incredibile e comunque concreto, come forse giustamente dice mio cugino per me questa si è rivelata una doppia vacanza, una per il fatto di essere andato a visitare un paese straniero, l’altra perché il clima semifantastico che l’ha caratterizzata era particolarmente vicino alle letture nelle quali tanto amo immergermi.

Un paese povero, che al di fuori della sua capitale si mostra come un immensa pianura tempestata di pinete e di acquitrini, dove i pullman fanno fermate in lande desolate e tu rimani perplesso nel vedere ragazze o vecchietti scendere con il loro zaino in mezzo al nulla e incominciare a camminare, una ragazza con una giacchetta e cappuccio rossi scesa nel mezzo di una pineta mi ha fatto ricordare la tanto famosa fiaba, per lei di fatto ho sperato che come meta non avesse la casa della nonna.
E poi si riparte per case sperdute e fatiscenti, recinzioni pericolanti, magnifiche piante di quercia che spiccano solitarie al centro di immense pianure.
Animali allevati pochi quasi nessuno, nei villaggi ti accorgi che la gente è molto attaccata alla bottiglia il loro passo malfermo quasi ondulante ne è il chiaro segnale, nonostante questo si rivelano essere molto ospitali l’inglese lo masticano quasi tutti e se non è l’inglese ci si capisce benissimo a gesti o a espressioni, si ho notato che queste persone sono molto espressive, diversamente da noi che proviamo piacere nella nostra ambiguità loro ti parlano anche con gli occhi, sembra che ci tengano particolarmente a sentirsi in armonia con tè,
Penso di avere avuto delle conversazioni mute molto più sincere e cariche di interesse qui, che in ore passate davanti a un tavolo di un bar o di un pub, cercando di sciogliere dei cubi di ghiaccio che quasi sempre riuscivano a congelare mé.
Le spiagge non sembrano essere molto ospitali la sabbia è finissima molto dura e ricoperta di conchiglie bianche e nere nemmeno molto belle, il confine con la vegetazione e quasi inesistente a volte addirittura non c’è, alte e fitte pinete si trovano a tre metri dalla banchisa.
I negozi fuori dal centro non sono molto forniti e il latte non sembra fra i migliori, a volte il pane e i dolci sono posti su griglie di legno in contesti tutt’altro che igenici e invitanti, le specialità locali non vengono molto enfatizzate, gli scaffali più forniti sono quelli dei superalcolici.
La bellezza delle ragazze è unica inutile tentare di descriverla, anche perché e innata e non limitata all’aspetto fisico ma si estende al portamento e all’espressione, di sicuro sono tutte molto alte.

La vita notturna è molto attiva e prolissa, le sei del mattino arrivano senza nemmeno accorgersi, il costo della vita è meno oppressivo che da noi anche se non ti regalano nulla, la cucina locale è buona anche se i dolci a volte possono deludere, ma nel complesso non ci si può lamentare.

Il periodo poco propizio mi ha impedito di vedere le numerose specie di animali che popolano questa regione quindi mi sono riproposto di ritornare a giugno per festeggiare li il mio compleanno.