sabato 27 settembre 2008

Viaggio alle Isole Vanuatu



È ormai notte fatta quando finalmente a Port Vila, mettiamo per la prima volta piede su suolo Vanuatu, l'aeroporto è davvero minuto e l'ufficio del turismo viene subito preso d'assalto, non avendo prenotato in precedenza, per la notte dobbiamo accontentarci di un ricovero piuttosto spartano, ma il clima di avventura e scoperta che aleggia tra non ci farà badare più di tanto ai giacigli scomodi e la mattina riposati e galvanizzati saremo pronti per il lungo tragitto che dalla capitale ci porterà sino all'isola di Nguna.



Il primo mezzo di trasporto che prendiamo è un piccolo pulmino che in poco meno di dieci minuti ci lascia di fronte a un grande mercato coperto nel centro della città, qui la ricerca del luogo di partenza del truck per il successivo tratto sarà davvero dura, ogni persona a cui chiediamo informazioni ci indirizza verso un luogo diverso da quello precedente, è solo per il rotto della cuffia che alla fine riusciamo a prenderlo



(per chi non lo sapesse il truck non è alto che un camioncino dove sul pianale sono state ricavate delle panche ) le due ore e oltre di questo tragitto saranno tutt'altro che comode anche perchè l'autista non è certo un provetto guidatore e sulla strada sterrata che dalla capitale porta fino alla partenza delle barche non penserà certo che i suoi passeggeri non godono certo di cinture di sicurezza e sedili imbottiti.



L'ultimo tratto di traversata in barca(circa una mezz'ora) sarà praticamente una passeggiata.
appena sbarcati chiediamo subito di Joan, il proprietario del Bungalow dove dovremmo alloggiare, non facciamo in tempo a finire la frase che un bambinetto di 8 anni parte di corsa tornando poco dopo accompagnato da unragazzo diuna ventina d'anni, dopo una calorosa stretta di mano, Joan ci scorta in un posto più appartato dove con imbarazzo ci dice che i suoi bungalow sono tutti occupati ma se vogliamo possiamo dormire per due notti in una guesthouse sino a quado uno dei suoi bungalow tornerà disponibile.



Alla fine questa sistemazione si dimostrerà fornita di tutto l'occorrente e i pernottamenti non saranno affatto male anche se i pranzi e le cene a base di riso in bianco banane fritte e manioca non incontreranno pienamente i gusti del mio palato.
Il mare di Nguna è davvero da cartolina, l'azzurro e il blu si fondono per poi dividersi nuovamente mentre una cornice di sabbia bianca da una parte e la fitta vegetazione tropicale dall'altra completano un quadro che è davvero incantevole.



Diversamente dalle altre spiagge tropicali comunque, all'interno della barriera corallina non si vedono molti pesci e facendo snorkeling ci si deve accontentare di osservare le varie tipologie di coralli e conchiglie, oltretutto nello stretto che separa Nguna da Pelè un altra isola la corrente è davvero forte e bisogna stare attenti.



Molto suggestiva sarà la camminata che faremo accompagnati da Curk (una guida improvvisata dell'isola) fino alla sommità del vulcano spento che qui si trova.
Durante il tragitto Curk si fermerà varie volte per illustrarci le caratteristiche di diverse piante facendoci gustare anche numerosi frutti tra cui ovviamente anche il latte di cocco, dopo un ora buona di cammino (che sarebbe stato meglio fare con le scarpe da ginnastica piuttosto che le infradito) finalmente riusciamo a guadagnare la cima, qui la vista può spaziare su tutta l'isola e su quelle vicine , per mè l'invito a scattare qualche foto è davvero irresistibile.



Il passaggio dalla guesthouse alla sistemazione di Joan sarà particolarmente traumatico, i letti non erano altro che dei piani di legno con sopra una gomma piuma di 3 cm e una coperta, preferisco non commentare la struttura del bungalow né quella del bagno e della doccia a secchio e mezzo cocco, infine vi posso assicurare che quando la notte arriva alle 6 di sera trovandoti senza corrente in un posto scomodo è davvero lunga aspettare l'alba.
Gli abitanti di questo villaggio ci tengono alla pulizia e a tutte le ore del giorno si possono vedere con in mano una scopa a spazzare le stradine sterrate del villaggio, per il resto non sembrano avere un attività che li caratterizzi anzi, potrei dire che non fanno nulla, se hanno fame, di frutta ne hanno sempre e se vogliono qualcosa di diverso escono a pescare, o catturano una delle numerose galline che razzola nei loro cortili, le donne ogni tanto con le foglie di palma intrecciano borse o stuoie ma di sicuro non impazziscono nel farlo,nel pomeriggio sotto frondosi alberi si formano crocchi di persone che discutono allegramente, mentre bevono gova il loro liquore locale.



Una lunga camminata sino all'altro capo dell'isola ci terrà impegnati per tutto il giorno precedente la nostra partenza, lungo la strada avremo modo di incontrare diverse persone alcune delle quali ci rincorreranno solo per stringerci la mano, altre invece ci guarderanno sospettose per poi aprirsi in un bianchissimo sorriso al nostro timido hello.
La spiaggia che troveremo al termine delle due ore di cammino non sarà di sabbia ma di resti di corallo quello bianco ovviamente, il mare in compenso grazie alla baia che ripara dal vento sarà particolarmente calmo invitandoci irresistibilmente a fare una bella nuotata,anche qui non vedrò molti pesci ma i due giganteschi pesci istrici che si lasceranno avvicinare ripagheranno con qualità la quantità che anche in questo tratto di mare è mancata.



Il ritorno a Port Vila sarà particolarmente felice e il lungo e scomodo tragitto in truk verrà abbondantemente ripagato dall'abbondante colazione a base di paste e cappuccino che nei giorni addietro avevamo più volte fantasticato.
Purtroppo le condizioni meteo rimaste instabili sin dal nostro arrivo alle Vanuatu in questi ultimi giorni sono molto peggiorate e i tre giorni precedenti la nostra partenza la pioggia è stata sicuramente la protagonista incontrastata costringendoci a passare le giornate in albergo, anche ora che stò scrivendo fuori piove a dirotto, non vedo l'ora di prendere l'aereo.

mercoledì 24 settembre 2008

le ampie vie di Sidney

Quel che più mi ha stupito di Sidney è la sua freschezza, con non più d 200 anni di storia si è sviluppata integrandosi perfettamente con l'ambiente circostante.
Il suo ponte e il famoso teatro l'Opera House, sono visibili quasi in ogni punto della città caratterizzandola nella sua particolarità e invitando a scattare numerose foto ricordo.



Arrivati nel tardo pomeriggio del 15 settembre, abbiamo subito usufruito dell'efficiente servizio di bus navetta che dall'aeroporto porta i visitatori direttamente in albergo, sfortunatamente (come ci ha fatto notare con una colorita frase italoinglese un passeggero cileno sul bus)



noi eravamo gli ultimi nel giro, e quando finalmente siamo riusciti a guadagnare la porta della nostra camera era ormai sera fatta, giusto il tempo di rassettarci e la fame si fa sentire,quindi la ricerca di un ristorante che ci offra una cena migliore di quella del monolite ha inizio, dopo poco un ristorante italiano dai prezzi abbordabili ci conquista e le linguine al pesto che ordinerò non deluderanno certo le mie aspettative ( a mio parere di certo la cena migliore di tutta la vacanza australiana).



All'uscita ormai c'è poco da fare e dopo una passeggiata veloce ci avviamo verso l'albergo.
la mattina del 16 è particolarmente raggiante, ma messo il primo piede in strada ci accorgiamo che la temperatura è fin troppo fresca quindi Davide risale per indossare maglione e scarpe mentre io preferisco rimanere con le mie fedeli infradito che ormai mi hanno accompagnato in quasi tutte le mie escursioni, nell'attesa, mi accorgo che su una grondaia un bellissimo cacatua bianco mi stà osservando, ne approfitto per scattare alcune foto, cosa che non lo turberà affatto anzi per alcuni versi posso dire che si mettesse in posa.



La camminata verso il centro sarà particolarmente piacevole offrendoci numerosi spunti per nuove foto, appena entrati nel parco però la batteria della mia macchina si scaricherà e inspiegabilmente anche quella di scorta si rivelerà scarica,vi lascio immaginare la mia rabbia per tutte le foto che ho perso in questa stupenda giornata, tra l'altro il questa andava ad aumentare via via che le occasioni di foto si ripetevano, quando poi uno stormo di cacatua si è posato vicino a noi e vari di loro si sono avvicinati arrivando persino a mangiare dalla mia mano per poco non sono impazzito.



gli abitanti di Sidney devono essere un popolo di sportivi, innumerevoli sono le persone che ho visto correre nel parco e per le strade della città in ogni ora del giorno, per non parlare delle piscine tutte olimpiche che sorgono in ogni dove,affollate anche in giornate poco calde per non dire fredde, adesso riesco a spiegarmi con più chiarezza come mai l'Australia vinca cosi tante medaglie nel nuoto.
Il centro della città è davvero un gioiellino e nella piazza che stà di fronte all'Opera House numerosi bar e ristoranti invitano a sedersi per ammirare con più calma il tutto. Sul ponte è persino possibile effettuare delle scalate sugli archi superiori, ma sia io che Davide abbiamo preferito evitarlo.
tra l'Opera House e il ponte, si trova la partenza dei battelli che offrono un servizio davvero completo.
Per noi la giornata si conclude facendo un giro per i negozi e fermandoci ad ascoltare gli aborigeni locali che suonano con impressionate maestria il deejeridoe.
Appena tornati in albergo il mio primo pensiero è di mettere sotto carica le batterie della macchina fotografica, poi con calma, dopo un altra cena italiana andremo a vedere il famoso cartello della coca cola che a Sidney è famoso come a Los Angeles lo è quello con la scritta holliwood, la camminata sarà veloce anche perchè il nostro albergo (De vere) si trova a meno di 500 metri di distanza su una strada perfettamente in piano.
Diversamente dal giorno prima la mattina del 17 ci accoglie con un cielo plumbeo e minaccioso, l'idea di andare ad avvistare in barca le balene che ci eravamo fatti viene rapidamente rimpiazzata da quella più soft di visitare lo zoo che tutti ci hanno raccomandato.



il tragitto in battello sarà particolarmente veloce, ma ci darà ugualmente la possibilità di vedere la città dal mare panoramica davvero meritevole,
giunti a destinazione per mezzo di una seggiovia raggiungeremo la cima della collina dove sorge lo zoo dalla quale poi scenderemo a piedi.
Purtroppo la nostra visita sarà particolarmente veloce, anche perchè il volo per le Vanuatu del pomeriggio è di sicuro un appuntamento che non si può mancare, quindi parte degli animali non li abbiamo visti poi la parte dedicata a quelli africani abbiamo preferito posticiparla al parco Krugher, impressionante comunque è stato vedere un gorilla dal vivo, non lo immaginavo cosi imponente, lo stesso vale per le foche leopardo con quel loro viso da alieni uno squalo mi avrebbe fatto meno impressione.
Sulla strada per l'albergo ci siamo nuovamente imbattuti nel volo di Cacatua del giorno precedente,fortunatamente la batteria della macchina fotografica questa volta era carica e ho potuto sbizzarrirmi in numerose foto.

martedì 16 settembre 2008

Uluru o Poli il monolite nel cuore del deserto Australiano



I miei pensieri sono rivolti ancora agli amici lasciati a Cairns, Quando alle dodici del mattino del 14 settembre atterriamo all'aeroporto di Ayers Rock, qui ci fermeremo solo per un giorno giusto per osservare il monolito che spunta nel mezzo del deserto australiano per poi ripartire nuovamente con destinazione Sydney.
Il ritiro dei bagagli e il noleggio della macchina si concludono molto rapidamente, quindi senza indugi ci rechiamo alle falde del monolito.



l'entrata al parco è di 25 dollari a testa cosa un po' eccessiva visto che siamo in mezzo al nulla e di servizi aggiuntivi non ce ne sono comunque il paesaggio che qui si può ammirare meritaanche questo prezzo, il monolito dal nome Uluru o Puli nella lingua aborigena è davvero imponente ed è visibile già da molto lontano ancheperchè spunta in mezzo a una pianura.



Il parco appartiene agli aborigeni e da una brochure che ci consegnano insieme al biglietto, leggo che loro non hanno piacere del fatto che i turisti facciano fotografie al monolito e tantomeno che lo scalino visto che per loro è sacro, ma siccome non vi è alcundivieto io e Davide non ci siamo sentiti in colpa di fare sia l'una che l'altra cosa,però non abbiamo preso pezzi di roccia come souvenire, perchè si dice che porti sfortuna.



L'ascesa non è stata certo una passeggiata ma una catena posizionata nei passaggi più difficili ci ha aiutato parecchio, sono rimasto comunque sconcertato nel vedere persone anziane effettuare l'ascesa perchè a una certa età unascesa di quel tipo può essere senza dubbio rischiosa, raggiunta la vetta comunque la strada non si interrompe e seguendo una linea bianca tratteggiata si continua a camminare per un bel tratto sulla cima, fino a raggiungere una mappa con indicate le varie distanze da altre città, qui senza ombra di dubbio si capiva che la strada era fiinita ed era consigliabile ritornare indietro.



Sulla vetta la vista era davvero spettacolare, ma particolare è stato osservare, strani animaletti simili a girini nuotare vivacemente, nelle numerose pozze che qui si trovano, oltre a un iguana che senza timori si è fatta fare un servizio fotografico completo.



la sera al punto panoramico per fare le classiche foto al tramonto, abbiamo conosciuto una coppia di italiani in viaggio di nozze, con loro successivamente ci siamo recati per la cena in un classico ristorante del posto, dove con nostra sorpresa dopo aver scelto la carne che per la cena, il commesso ce la consegnava cruda invitandoci a cucinarla da soli su delle apposite griglie, oltretutto la carne era di animali australiani, quindi con qualche titubanza alla fine ci siamo scelti il tris di carne (canguro Emu e coccodrillo9)



gli spiedini di coccodrillo e quelli di canguro erano mangiabili ma, la salsiccia di emù e quella che teoricamente avrebbe dovuto essere di manzo, sono risultate essere davvero qualcosa di assurdo che dopo un piccolo assaggio sono rimaste intatte nel piatto.



la mattina del 15 ci dobbiamo alzare ancora una volta alla mattina presto, senza nemmeno fare prima colazione, alle sei e trenta siamo al punto panoramico per vedere sorgere il sole



in barba agli aborigeni scattiamo nuovamente una ventina di foto in compagnia di altre duecento persone o forse più, subito dopo,con la macchina ci avviciniamo ai monti Olgas che già il giorno prima avevamo intravisto all'orizzonte, facciamo una piccola passeggiata nel bush dove vediamo impronte di dromedario, ma con mio rammarico nemmeno un animale di qualsiasi tipo, poi dopo un ora di riposo sulle panchine del monolito dove a causa del vento per quella giornata era impedita l'ascesa. e alle 12 per concludere ci dirigiamo all'aeroporto con direzione Sidney.

Partenza da Cairns





Quando le giornate cominciano ad avere una routine fissa, il tempo si distorce e le ore prendono il posto dei minuti dando così inizio ad una corsa incontrollabile e ingiusta.





Senza che io abbia avuto il tempo di accorgermene le quattro settimane di corsi a Cairns sono finite. Gianmarco il nostro coinquilino ha lasciato la camera del campus già due settimane fa e, come era sua intenzione, ora lavora come boscaiolo in un paesino non troppo lontano da Cairns, si dedicherà all'abbattimento di Avogadro per due o tre settimane prima di partire per un altra destinazione.





Al campus i rapporti con i nostri amici provenienti da ogni dove si sono approfonditi e ora mi trovo a pensare di avere più conoscenze in Giappone e in Corea piuttosto che in Italia, con loro, e soprattutto con il gruppo di ragazze provenienti da Okinawa, e Tokyo, abbiamo passato davvero delle bellissime giornate addirittura una volta mi hanno accompagnato nella mia solita corsetta serale, cosa che mi ha lasciato davvero sorpreso e quando il giorno delle nostra partenza, alle sei e trenta di mattina, le abbiamo trovate tutte sveglie per salutarci davvero a stento ho trattenuto la commozione, all'ultimo saluto in quattro hanno abbandonato il distacco del saluto Giapponese ( solo con la mano almeno da un metro di distanza e contatto mai!!)





lasciandoci con un caldo abbraccio che farò fatica a dimenticare, abituato da sempre a considerare un amicizia come legame che si protrae per tutta la vita, faccio davvero fatica a pensare che, con molte probabilità, non vedrò mai più molte delle persone che ho conosciuto e imparato a stimare durate questo viaggio.




domenica 7 settembre 2008

Immersione Reef Australiano Cairns



Finalmente confidando in un week-end di sole, venerdì abbiamo prenotato la nostra uscita al reeft, sapendo di accedere ad uno dei più bei santuari marini del globo abbiamo deciso di farlo con la compagnia maggiormente qualificata (a detta di tutti la Queek silver) e scegliendo il tour più completo 3 immersioni in diversi punti della barriera.



Il biglietto circa 160 dollari Australiani a testa comprendeva inoltre il trasporto dal campus al porto e viceversa, (oltre a colazione, pranzo e merenda dei quali ho fatto volentieri a meno) cosi alle sette e venticinque di un incerto sabato mattina la nostra spedizione ha avuto inizio.





alle nove siamo già a bordo di uno splendido catamarano che incurante del mare leggermente agitato si dirige a tutta velocità verso la nostra prima meta, purtroppo nonostante la mia colazione sia stata davvero povera e molto tempo prima,la guida sportiva del pilota stimola subito la mia predisposizione per il mal di mare, che si protrarrà poi per tutta la giornata, fortunatamente senza mai toccare gli eccessi raggiunti in Thailandia.





Sono da poco passate le dieci quando raggiungiamo la nostra prima meta, il tempo è leggermente peggiorato e qualche goccia comincia a scendere leggera, cosa che comunque ci impensierisce poco, quindi dopo aver ascoltato le veloci direttive della guida e indossato una mezzamuta le pinne e uno snorkel in due minuti siamo in acqua.



Le recenti immersioni fatte alle Awaii e in Thailandia mi hanno abituato alla vista dei pesci tropicali quindi la sorpresa non è proprio assoluta, comunque passato il primo shok di trovarmi in alto mare con delle onde leggere che influiscono sulla mia direzione






comicio finalmente a perlustrare il fondale lo spettacolo che mi si offre è davvero notevole, attraverso un acqua cristallina vedo pesci dai colori sgargianti, che a volte superano il metro e cinquanta di lunghezza, non sono per nulla intimoriti dalla nostra presenza e si lasciano avvicinare senza paura, sul fondale un trionfo di coralli e anemoni lascia intravedere in alcuni sprazzi una sabbia bianchissima dove gigantesche conchiglie sembrano guardarmi attraverso le loro carnose labbra violacee.



Nella seconda e terza immersione lo spettacolo si ripete con pesci a volte diversi e nell'ultima con una gigantesca cernia di oltre due metri che si lasciava accarezzare, un italiano in viaggio di nozze conosciuto a bordo ci ha gentilmente prestato la sua macchina fotografica cosi siamo riusciti a fare qualche scatto che sicuramente non ci dimenticheremo facilmente.





Purtroppo non siamo riusciti a vedere ne balene ne delfini e nemmeno tartarughe, cosa che ha lasciato Davide leggermente deluso ma, la giornata con un tempo che finalmente nelle ultime immersioni è girato al bello, è stata positiva. unico mio rammarico è stato quello di dover litigare per tutto il viaggio con un mal di mare sempre pronto a scombussolarmi.

lunedì 1 settembre 2008

Australia Cairns corso d' inglese alla JCU ed escursioni






il College universitario (JCU) dove io e Davide ci troviamo ormai da due settimane, alla fine si è rivelato essere molto più interessante di quello che ci eravamo immaginati, a parte i letti concepiti per persone di una ventina di centimetri più basse e la mensa che certe volte pecca un po' in fantasia, il clima che qui regna è abbastanza goliardico, e la presenza di numerosi studenti provenienti per lo più da paesi asiatici, Giappone e Corea in testa, ci stimolano a intraprendere interessanti conversazioni serali utili sia a livello informativo sia per mettere alla prova le lezioni di inglese tenute alla mattina.



durante il pomeriggio, la vicinanza di un complesso balneare con piscina olimpica o le lunghissime piste ciclabili ci offrono la possibilità di tenerci in allenamento, cosa per mè molto utile visto che qui ho ripreso a pranzare abitudine che ero felice di aver abbandonato durante il resto del viaggio, inoltre diverse volte abbiamo organizzato partite di basket tre contro 3 Italia - Amrica Italia-Papua Nuova Guinea oppure Italia-Giappone L'altezza in questo sport conta e fortunatamente ci ha aiutato non poco nel tenere alta la bandiera.



le camere dove siamo alloggiati sono uniche anche se ogni tre si ha un salotto con frigobar e televisione in comune, io e Davide siamo stati messi insieme a un altro italiano fatto non tanto positivo per l'inglese di tutti, ma personalmente sono molto felice per la nuova amicizia acquisita, come la nostra amica Israeliana anche Giammarco ha 21 anni viene da Bologna, è arrivato a Cairns 3 settimane prima di noi e resterà in Australia per circa due mesi anche se presto si sposterà in un altro posto.



per quanto riguarda le uscite non siamo ancora andati al reef per vedere la barriera corallina e il mare cristallino che l'Australia tanto decanta, ma al porto abbiamo noleggiato una barca motore 6 cavalli e con essa abbiamo risalito il fiume provando senza successo a pescare, in compenso abbiamo visto dal vivo una foresta di mangrovie, e un paio di coccodrilli allo stato brado, oltre che a qualche uccello palustre.



infine questa domenica una gara di corsa di 10 chilometri, organizzata in centro Cairns, ha attirato la nostra attenzione di ex atleti, senza pensarci su due volte ci siamo iscritti. il circuito due giri da 5 km andata e ritorno sul lungomare tutto al sole e con un ritorno in pieno vento hanno davvero messo alla prova la determinazione che avevo di finirla ma l'idea di poter annoverare anche una competizione extra continente mi hanno fatto stringere i denti, alla fine Davide è arrivato secondo e io con una chiusura davvero disgraziata quinto ma ormai l'importante era arrivare.