domenica 2 marzo 2008

Viaggio a Riga

Giovedì 26 febbraio Un sospiro lungo tre ore, mi ha riportato alla solita vita , E non importa se durante il volo vari vuoti d’aria scuotessero violentemente l’aereo, io rimanevo come inebetito al ricordo di quello che stavo lasciando, pensando a quanto fosse diverso da quello che avevo sempre conosciuto.
Di questi cinque giorni passati, il ricordo che mi rimane sembra un sogno ovattato di qualcosa di incredibile e comunque concreto, come forse giustamente dice mio cugino per me questa si è rivelata una doppia vacanza, una per il fatto di essere andato a visitare un paese straniero, l’altra perché il clima semifantastico che l’ha caratterizzata era particolarmente vicino alle letture nelle quali tanto amo immergermi.

Un paese povero, che al di fuori della sua capitale si mostra come un immensa pianura tempestata di pinete e di acquitrini, dove i pullman fanno fermate in lande desolate e tu rimani perplesso nel vedere ragazze o vecchietti scendere con il loro zaino in mezzo al nulla e incominciare a camminare, una ragazza con una giacchetta e cappuccio rossi scesa nel mezzo di una pineta mi ha fatto ricordare la tanto famosa fiaba, per lei di fatto ho sperato che come meta non avesse la casa della nonna.
E poi si riparte per case sperdute e fatiscenti, recinzioni pericolanti, magnifiche piante di quercia che spiccano solitarie al centro di immense pianure.
Animali allevati pochi quasi nessuno, nei villaggi ti accorgi che la gente è molto attaccata alla bottiglia il loro passo malfermo quasi ondulante ne è il chiaro segnale, nonostante questo si rivelano essere molto ospitali l’inglese lo masticano quasi tutti e se non è l’inglese ci si capisce benissimo a gesti o a espressioni, si ho notato che queste persone sono molto espressive, diversamente da noi che proviamo piacere nella nostra ambiguità loro ti parlano anche con gli occhi, sembra che ci tengano particolarmente a sentirsi in armonia con tè,
Penso di avere avuto delle conversazioni mute molto più sincere e cariche di interesse qui, che in ore passate davanti a un tavolo di un bar o di un pub, cercando di sciogliere dei cubi di ghiaccio che quasi sempre riuscivano a congelare mé.
Le spiagge non sembrano essere molto ospitali la sabbia è finissima molto dura e ricoperta di conchiglie bianche e nere nemmeno molto belle, il confine con la vegetazione e quasi inesistente a volte addirittura non c’è, alte e fitte pinete si trovano a tre metri dalla banchisa.
I negozi fuori dal centro non sono molto forniti e il latte non sembra fra i migliori, a volte il pane e i dolci sono posti su griglie di legno in contesti tutt’altro che igenici e invitanti, le specialità locali non vengono molto enfatizzate, gli scaffali più forniti sono quelli dei superalcolici.
La bellezza delle ragazze è unica inutile tentare di descriverla, anche perché e innata e non limitata all’aspetto fisico ma si estende al portamento e all’espressione, di sicuro sono tutte molto alte.

La vita notturna è molto attiva e prolissa, le sei del mattino arrivano senza nemmeno accorgersi, il costo della vita è meno oppressivo che da noi anche se non ti regalano nulla, la cucina locale è buona anche se i dolci a volte possono deludere, ma nel complesso non ci si può lamentare.

Il periodo poco propizio mi ha impedito di vedere le numerose specie di animali che popolano questa regione quindi mi sono riproposto di ritornare a giugno per festeggiare li il mio compleanno.