giovedì 31 luglio 2008

monte Fuji come arrivarci - consigli pratici



La giornata del 27 la dedicheremo interamente alla scalata del monte Fuji.
Partiti di buon'ora, servendoci di un bus adibito a questo trasporto, verso le 10 di mattina scendiamo a 2300 metri di altezza, galvanizzati dall'interessante impresa iniziamo a inerpicarci per la salita.

La cosa che subito ci impressiona è la quantità di persone che in processione si avviano per il sentiero, alcune a seguito di una guida altre da sole, ma sono davvero molte considerando che la salita non è proprio facile, io e Davide ce ne accorgiamo subito e la passeggiata che ci eravamo immaginati diventa davvero un uscita impegnativa.

Lungo l'ascesa incontriamo alcuni punti di bivacco dove vari pellegrini si ristorano e fanno marchiare a fuoco il loro bastone(al campo base dei 2300 si può acquistare un bastone che nei tempi che si trovano lungo l'ascesa viene poi marchiato a fuoco restando testimone perenne di questa speciale arrampicata), purtroppo noi non avendo preso il bastone a valle, non potremo fregiarci di questo ricordo.

il terreno che caratterizza la salita è essenzialmente di due tipi o completamente roccioso o ghiaioso,in entrambe i casi comunque scivolare diventa molto facile, inoltre la polvere che si alza smuovendo la ghiaia crea nuvole di polvere nera che imbrattano sia i vestiti che il volto e impastano la bocca, lasciando un retrogusto amaro.

Verso il settimo santuario mi accorgo di essere stanco, dopotutto ho già fatto 800 metri di dislivello!! apro la cartina che le guardie ci hanno consegnato alla partenza, e mi accorgo di essere appena a metà!!! la voglia di ritornarmene indietro mi tenta e non poco,ma la sfida di arrivare in cima è troppo forte e vado avanti.

Dopo un altra ora e mezza di salita a testa bassa, finalmente svetto, ad accogliermi trovo un cielo fosco che mi impedisce di contemplare il paesaggio, che in giornate pulite dicono sia davvero affascinante, nonostante tutto sono soddisfatto 1500 metri di dislivello sono forse il mio record d'ascesa e, le 3 ore impiegate non sono nemmeno molte, dopo qualche minuto anche Davide raggiunge la cima e trovato un posto dove sederci ci riposiamo stremati, divertendoci a osservare i volti altrettanto provati di chi arriva in quella, con qualcuno ho degli sguardi d'intesa come per dire è stata dura eh, oppure, ce l'abbiamo fatta! certi arrivando si lasciano addirittura cadere a terra, mentre altri, come mi era capitato di vedere distrattamente lungo la salita, aspirano ossigeno da una bomboletta.

Comunque il tempo di riposo non è molto, anche perché da lontano, tuoni e lampi sono le prime avvisaglie di un temporale in arrivo, scendiamo più rapidamente che possiamo ma gli ultimi 20 minuti li dobbiamo fare comunque sotto la pioggia.

L'arrivo del pullman che ci riporta in città mi è particolarmente gradito.
Con vestiti finalmente asciutti, prendiamo posto, ancora ignari delle tre ore di coda che ci attendono a valle, e soprattutto, dei dolori alle gambe che questa scalata ci lascerà in eredità l'indomani e soprattutto il giorno dopo.

A chiunque volesse intraprendere questa affascinante scalata consiglio un paio di comodi scarponcini, un cambio completo, un'abbondante scorta di acqua, e tanta voglia di fare fatica. Buona camminata allora :)

Tokyo luoghi da visitare tempio Meiji-jingu


Dopo i primi tre voli fatti con l'American Airlines, la compagnia aerea che ci porta in Giapone é la Jal, a onor del vero devo dire che in questo volo, il servizio e l'efficienza delle hostes non ci farà di certo mancare la vecchia compagnia, oltre a questo le sistemazioni di fianco alle uscite di emergenza ci daranno una comodità degna della prima classe.

l'atterraggio è in orario e in dogana non ci danno nessun problema, quindi in breve ci troviamo nella stazione ferroviaria ad acquistare i biglietti, scopriamo che ci toccherà fare tre scambi per arrivare in albergo o meglio nella nostra Ryokan Kangetsu (tipica casa dove si vive alla Giapponese) leggermente nauseato dal viaggio mi sento davvero stanco e non vedo l'ora di arrivare, ma quando osservo la piantina della metropolitana di Tokyo per poco non mi viene un capogiro, se quella di New-York mi era sembrata grande questa é davvero immensa e le persone che vi transitano nell'ora di punta (e si purtroppo siamo atterrati a quell'ora) la fanno apparire come un formicaio.

con qualche difficoltà alla fine riusciamo ad arrivare a destinazione per questo dobbiamo ringraziare le numerose indicazioni date con molta disponibilità dagli abitanti di questa città che pur non parlando molto l'inglese facevano il possibile e anche di più per risultare utili, e chi alla fine non ci riusciva nel suo intento scusandosi ripetutamente alla fine si allontanava mestamente.

arrivati nella nostra Ryokan sistemiamo i bagagli e risolto il disguido iniziale, un solo materassino sul tatami, ci prepariamo per la notte o almeno io crollo dopo 5 minuti mentre Davide fa un primo giro della struttura, approfittando delle docce e dei caldissimi bagni che questi alloggi offrono, il giorno dopo dirà d avermi ripetutamente e inutilmente chiamato.

La nostra prima meta della mattinata del 26 sono i giardini e il tempio di Meiji-jingu affidandoci ancora una volta alla nostra guida della Honley Planet e al capillare servizio ferroviario, dopo un veloce tragitto scendiamo praticamente a ridosso dei cancelli.

Parlando di giardini devo ammettere che quello mi ero immaginato di vedere, invece entriamo in un parco, dove una fitta foresta fa da cornice alle ampie strade che agilmente si snodano al suo interno. data la vegetazione rigogliosa speravo di poter avvistare qualche animale del luogo ma l'unico avvistamento che riuscirò a fare saranno dei corvi neri dalle dimensioni doppie rispetto quelli che si trovano in italia.

continuando a seguire la strada, arriviamo alle porte del tempio,
prima di entrare andiamo alla fontana dove compiremo la cerimonia di purificazione, non prima però di aver osservato compiere il rito da più di una persona.
Entrando ci imbattiamo in numerose cerimonie nuziali che rimaniamo ad osservare con interesse e in rispettoso silenzio.

Il tempio é molto bello solido direi anche se meno opulento di quello che mi ero immaginato comunque, consapevole di essere in un luogo estraneo alla mia cultura rimango lontano dai luoghi di preghiera preferendo evitare situazioni di imbarazzo non volute.

tuttavia già in questa prima uscita comincio ad ammirare alcuni tratti della cultura giapponese, ad esempio certi lavori vengano vissuti come un arte dando alla calma un valore giusto e gli uomini intenti a ripulire i viali dalle foglie ne erano il classico esempio.

Usciti dalle porte del tempio continuiamo a passeggiare senza meta per il parco, alla fine troviamo un altra struttura, ci avviciniamo e scopriamo che si sta svolgendo una gara di tiro con l'arco giapponese, incuriositi ci sediamo sulle tribune e seguiamo qualche fase della gara, devo ammettere che all'inizio la cosa mi è sembrata un po' ridicola visto il tempo che ci impiegavano per scoccare una freccia il più delle volte imprecisa, la battuta del tipo meno male che non sono in guerra contro nessuno quindi mi è uscita da sola, in seguito continuando a osservarli prepararsi per il lancio in tutte le varie fasi mi sono accorto che non era certo il lancio in sé lo scopo di questa disciplina ma era solo una parte di un processo meditativo di concentrazione molto più ampio, dopo questa constatazione sono rimasto per un altra mezz'ora abbondante ad osservare l'evolversi della gara,e sono felice di essere riuscito a fare qualche scatto interessante che metterò sicuramente nel mio album di viaggio.

il pomeriggio ci porta a fare un giro in città, oper meglio dire,in una sua piccolissima parte.
L'impatto con questi grattacieli tappezzati con striscioni pubblicitari di tutti i colori è molto forte, mentre vedere protagonisti di nuovi e vecchi cartoni animati, reclamizzare una bibita oppure una merendina è stata davvero una sensazione strana.

Entriamo in qualcuno degli infiniti negozi informatici che spuntano in ogni dove trovando vari gadget di nostro interesse, il treno per l'albergo ci trova comunque senza acquisti effettuati visto la quantità dell'offerta e lo scarso spazio nelle valige siamo costretti ad ottimizzare.

i preparativi per un uscita notturna vengono bruscamente cambiati da uno strato di stanchezza nera che ci piomba addosso e alla fine il letto é l'unica possibile meta che possiamo concederci.

lunedì 28 luglio 2008

piante e animali alle Hawaii

Colpito dalla floridezza e dai colori di questa bellissima regione, non posso fare a meno di inserire altre foto del mio viaggio a Big Island,riguardanti per quel poco che sono riuscito a immortalare flora e fauna del luogo.






L'Ibiscus è una pianta davvero incantevole anche in Italia se ne possono trovare varie specie quando le rivedrò mi sarà inevitabile pensare ai floridi arbusti del lungomare Awaiano
Quando ho pescato questo pesce che tra l'altro ho subito liberato, quasi venivo linciato da un paio di persone del luogo quindi se vi capita di pescare questi pesci evitateli a priori


domenica 27 luglio 2008

Hawaii tuismo fai da te

Dopo un volo di 5 ore finalmente atterriamo, nonostante il fuso sia slittato indietro di altre tre ore qui la sera arriva molto prima e alle 19 è già arrivata da un pezzo.

Di bus dall'aeroporto non ne partono già più, quindi decidiamo di prendere una macchina a nolo, il noleggiatore un simpatico ragazzo di nome Natan parte da un prezzo di 500 dollari per 5 giorni e alla fine dopo aver esternato la sua simpatia verso la nostra nazione conclude con 280 dollari, la macchina che ci viene assegnata é una jeep color rosso acceso, ne rimaniamo subito soddisfatti, anche se, saliti noi e caricati i bagagli, di posto non ne rimane proprio più.

Prima di arrivare all'albergo sbagliamo strada almeno un paio di volte, alla fine però dopo le indicazioni di una gentile signora riusciamo a raggiungerlo quindi trionfalmente portiamo i bagagli in camera e ci riassettiamo un pò, ma alle nove quando usciamo per un veloce giro esplorativo scopriamo che ormai é tutto chiuso,(come avremo modo di costatare anche in futuro la vita notturna a Big Island non è molto prolissa),quindi torniamo in albergo e felicemente sprofondiamo nel sonno.

La mattina del 20 uscendo rimaniamo colpiti dall'innumerevole varietà di piante e di animali che popolano quest'isola,addirittura arrivati sulla spiaggia vediamo un branco di pesci color giallo acceso,che visto la limpidezza dell'acqua risultano visibili come se nuotassero nell'aria. facciamo rapidamente colazione in un simpatico locale sulla spiaggia,cogliamo l'occasione per fare qualche fotografia e poi in macchina ci spostiamo verso la nostra successiva destinazione.

L'isola si rivela essere molto più grande di quello che avevo pensato e lungo il tragitto troviamo diversi tipi di vegetazione, da quella ricca e oppressiva della foresta pluviale sino al terreno lavico privo di qualsiasi tipo di vita, innumerevoli piante di papaya, cocco liecis e altre cariche di frutti simili a manghi che non conoso,si susseguono e io rimango affascinato ad osservarle dal finestrino, la voglia di assaggiarli é molta ma la paura di un mal di pancia improvviso riesce a frenare questa mia voglia di scoperta.

Arrivati all'ostello nel quale dovremmo passare la notte, una casa dispersa nel verde della foresta ,scopriamo che il proprietario é fuori e non ritornerà prima delle 17 del pomeriggio, quindi per non perdere altro tempovisto che sono appena le 11 proseguiamo la nostra visita esplorativa e ci portiamo verso costa.

Ancora una volta le dimensioni dell'isola ci sconcertano ed il viaggio si rivela essere molto più lungo del previsto, a un certo punto vediamo che alcune geep svoltano per una stradina sterrata siccome una sul pianale ha una canna da pesca decidiamo di seguirle, dopo poco il terreno diventa lavico e la strada si fa molto accidentata finalmente vediamo la costa, di spiaggia nemmeno l'ombra e inoltre il mare mosso ci fa passare la voglia di fare il bagno,
prepariamo le canne da pesca e proviamo a tirar su qualcosa, nonostante di pesci se ne vedano molti nessuno sembra intenzionato ad abboccare alla nostra esca,anche perchè ci vuole del tempo per capire come insediarli cosa che il Davide non sembra intenzionato a capire, quindi dopo un ora di insuccessi ci spostiamo ancora e finalmente ci imbattiamo in una pseudospiaggia.

Formata da una conca che impedisce alle onde di entrare, la spiaggia tutta in pietra vulcanica concede un area balneabile di un migliaio di metri quadri, velocemente indossiamo maschera e boccaglio e ci tuffiamo, l'impressione è quella di essere in un documentario, pesci di ogni forma e dimensione per nulla intimoriti ci passano di fianco, o rimangono ad osservarci incuriositi dai loro anfratti, davvero un esperienza indimenticabile la prudenza comunque ci fa restare in acqua solo per pochi minuti visto che un cambio di corrente comincia a rendere turbolento
anche questo tratto di costa.

Tornati all'ostello finalmente troviamo il proprietario, il quale, dopo averci illustrato le regole del luogo ci assegna due letti in una stanza molto ospitale e pulita.
Il primo lavaggio di biancheria e una cena a base di fettuccine ai gamberi in un locale non molto distante segneranno la fine della serata.

Seguendo il consiglio di due isolani, L'indomani ci dirigiamo verso la spiaggia di Punalu'u dove sono solite vedersi le testuggini, in breve ci arriviamo solo che ad accoglierci troviamo un altra volta il mare moss,o la nuotata sperata con relativo avvistamento testuggini ci vengono preclusi, decidiamo quindi di andare a visitare il parco di Kilauea dove si trova una caldera vulcanica ancora attiva.

Il costo del biglietto d'ingresso é 10 dollari a macchina e da subito l'area che si respira è leggermente sulfurea, ma la giornata finalmente soleggiata e ventilata non lo fa notare, dopo aver comprato qualche gadget nel punto informativo gestito dalle guardie del parco cominciamo la visita in parte a piedi in parte in macchina,visto che il parco è davvero grande.

Alla caldera non ci si può avvicinare visto la sua continua attività vulcanica ,ma ci sono dei punti di osservazione dove la si può vedere chiaramente in tutta la sua imponenza, per il resto sembra di viaggiare su un terreno lunare particolarmente desolato e inospitale dove diversi cartelli posti ai margini della strada portano la data dell'eruzione che si vede.

Sulla strada del ritorno ci imbattiamo anche in due oche del luogo particolarmente tutelate a causa del pericolo di estinzione che corrono, ci accorgiamo subito quale sia il motivo che le ha portate a ridursi cosi tanto di numero, quando dopo aver fatto una foto di fretta scendo dalla macchina e provo a ad avvicinarmi per farne una migliore, alla fine arrivo a essere a non più di 40 cm da loro senza che queste si spaventino minimamente.

Il viaggio prosegue con destinazione Hilo una città sulla costa.
arriviamo nel primo pomeriggio e Troviamo subito alloggio in un altro ostello, qui abbiamo anche la connessione internet, ne approfitto per fare una videochiamata a casa

Il pomeriggio che passeremo a Hilo merita di essere ricordato per il primo cocco colto dalla palma e per la super cena a meno di 15 euro in un ristorante Italiano, per il resto davvero nulla da dire, inoltre la giornata semipiovosa non ha di certo aiutato e le spiagge balneabili completamente assenti hanno contribuito a completare il quadro d una giornata deludente.

Dopo aver velocemente sfogliato le attrazioni dell'isola decidiamo di ritornare a Kona per una strada interna dove faremo tappa sui 4200 metri del Manua Loa, fortunamente il dislivello lo colmerà tutto la macchina e noi dovremo prendere solo quei 4 minuti di freddo per le foto ricordo.
Giunti a Kona abbiamo qualche problema a trovare sistemazione, anche perchè al punto informativo non ci aiutano molto, ironia della sorte l'albergo in cui alla fine alloggeremo sarà proprio di fronte.
A Kona decidiamo di passare in assoluto relax le due giornate che ci mancano, la sistemazione è ottima ed anche servita e la spiaggia balneabile rende il soggiorno ancora più invitante.
Proviamo anche a fare mezza giornata di pesca d'altura nostro sogno da tempi immemor
abili, sesanta euro ci sembrano una cifra più che giusta da investire per questa emozione, ma giunti al porto ci dicono che siamo ormai fuori tempo per le prenotazioni quindi il sogno rimane sogno, facciamo scorta in un negozio di pesca e proviamo comunque da riva le catture non si fanno attendere e sia io che Davide allamiamo e rilasciamo diverse prede sino a quando io non tiroa riva un pesce stranissimo dai colori sgargianti e con il muso a punta, faccio in tempo a fare una foto e veniamo cacciati in malo modo da due persone del posto, non capiamo se non si può pescare oppure se intralciamo gli allenamenti con le canoe o quale sia il motivo ma tanta è la foga di quelli che ci vogliono allontanare che preferiamo allontanarci e alla svelta prima di incorrere magari anche in qualche sanzione.

Finalmente riusciamo a fare il bagno in compagnia di una testuggine che intenta a staccare alghe dalle rocce non ci darà molta attenzione ma per mè resterà comunque un esperienza indimenticabile peccato non abbia potuto scattare delle foto.
Senza accorgerci arriva il giorno della partenza e con un po' di tristezza ci avviamo verso l'aeroporto. gli unici rimpianti che lascio alle Hawaii sono la battuta di pesca d'altura sfumata, e il non aver esplorato come invece mi sarebbe piaciuto le foreste del luogo spero che il futuro mi dia ancora queste possibilità.

martedì 22 luglio 2008

Diario di viaggio giro del mondo Los Angeles consigli utili

La giornata del 16 si svilupperà in un viaggio continuo, partiti la mattina da New-York dopo una colazione a base di Muffins e succo d'arancia (nota culinaria, devo proprio ammettere che in pochi giorni i muffin Americani hanno conquistato senza riserve il mio palato), prenderemo nell'ordine metropolitana, treno e aereo.


Dopo 5 ore e un quarto finalmente atterriamo a Lax, con un fuso orario sfasato di altre 3 ore, la nostra incapacità pressochè totale di riuscire ad appisolarci durante il volo, farà si che all'atterraggio, la città di Los Angeles ci troverà particolarmente sconvolti.



fortunatamente scopriamo che gli alberghi limitrofi all'aeroporto hanno un servizio di bus navetta molto efficiente e tra questi vi é anche il nostro, quando vediamo arrivare il bus la felicità che istintivamente proviamo é tangibile.


Nel tragitto che dall'aeroporto ci porta all'albergo, finalmente ho il tempo di guardarmi in giro, noto con piacere che la vegetazione differentemente da New-York, dove era simile in molto alla nostra, qui é più da climi caldi, piante altissime di palme sono inframezzate da cespugli di Ibiscus dai fiori sgargianti e le Buganville sono piante che affondano senza timore le loro radici direttamente nel suolo, ma quello che mi ha colpito maggiormente sono stati i ficus! Si le classiche piante da appartamento, ne abbiamo passato un viale intero e aveva la stessa imponenza che da noi hanno quelli di platani.


L'albergo é un fermento continuo di arrivi e partenze e alla reception non hanno molto tempo per aiutarci oltretutto non riusciamo a trovare una cartina e nemmeno gli orari degli autobus, ma siamo troppo stanchi per pensarci poi sono già le sei ossia le nove di New-York, quindi andiamo diretti in camera fortunatamente la troviamo spaziosa e accogliente, ci stendiamo un attimo per riprenderci dal viaggio prima di uscire per la sera, il letto é davvero comodo, questo é uno degli ultimi pensieri che faccio prima di chiudere gli occhi.


Finalmente la mattina del 17 ci trova davvero riposati siccome non siamo riusciti ancor a raccapezzarci con i bus e il nostro albergo si trova un pò fuori da tutto decidiamo di noleggiare una macchina per una giornata, anche perché le cose da vedere sono davvero tante.




La nostra prima meta è la famosa Malibù, il sole e i venticello che soffia leggero rendono la giornata molto bella e il viaggio si rivela essere davvero piacevole
con una cartina sommaria, che ci hanno fornito all'autonoleggio riusciamo a trovare la strada senza troppi intoppi, strada facendo inoltre ci imbattiamo in due set cinematografici l'aria che si respira é quella di holliwood.




Non voglio deludere nessuno ma la spiaggia di Malibù é stata davvero una delusione, a parte la grande quantità di uccelli acquatici e di surfisti fermi sulle loro tavole ad attendere onde che nelle due ore che sono rimasto io in spiaggia non sono mai arrivate, la spiaggia si presentava sporca e non curata e il flaccido bagnino sceso dalla torretta d'osservazione non ricordava nemmeno lontanamente i protagonisti della famosa fiction televisiva.

in spiaggia incontriamo due italiani in viaggio di nozze, anche loro ci esternano la loro delusione in merito alla spiaggia, ci sediamo a parlare e un ora scorre via piacevolmente, senza accorgermi mi trovo le gambe e le braccia ustionate, il sole Californiano è davvero inclemente!

La nostra seconda meta é la spiaggia di Santa Monica, qui mi ricredo, la spiaggia é vastissima, pulita con numerosi giochi nei quali goliardicamente ci cimentiamo, e le bagnine bé si avvicinano molto di più a quelle del telefilm, Davide si concede un bagno nel Pacifico io invece che ho lasciato tutto in macchina resto a guardarlo dalla spiaggia.



Meta successiva Beverly Hills, giunti sul luogo però non scendiamo nemmeno dalla macchina, perchè intravista in lontananza la famosa scritta Holliwood proviamo ad avvicinarla per scattare le classiche foto ricordo... gravissimo errore cadiamo in un dedalo intricato di strade che nella calca del venerdì sera rischia quasi di annegarci, alla fine ci troviamo in autostrada, costeggiamo Los Angeles e ce ne torniamo in albergo.

La mattina del 18 consegnata la macchina all' autonoleggio, ci affidiamo al trasporto via autobus prima destinazione long beach, non dobbiamo fare nemmeno cambi e l'autobus ha la fermata proprio vicino al nostro albergo, il viaggio dura circa un ora e il biglietto ha un costo irrisorio di un dollaro e 25 centesimi,lungo il viaggio ci arriva un messaggio da Ilenia e Lara che ci dicono di aver trovato un volo e passeranno il week-end a Los Angeles.

Appena arrivati ci accorgiamo che da fare e da vedere in questo luogo non c'è molto, dopo aver bighellonato quasi senza meta sulla costa, in un parco vediamo che ci sono dei preparativi di una festa, ci avviciniamo e subito veniamo attratti da un esposizione di motoscafi da gara, ce ne sono di tutte le misure splendidamente aerografati, alcuni sono ancora attaccati al traino, delle gip dalle grandezze incredibile alcune volte dei camper superaccessoriati altre volte persino da dei tir scattiamo qualche foto di fronte a questa classica “Americanata” e proseguiamo la passeggiata, su un pontile vediamo un ragazzo tutto concitato pescare un pesce mai visto.

Giunti in un piccolo porto decidiamo di imbarcarci per una visita guidata della baia costo del biglietto 10 dollari per 45 minuti possibilità di vedere balene e delfini, alla fine non vedremo ne l'uno ne laltro, in compenso ci imbatteremo in svariate foche intente a crogiolarsi al sole sugli scogli o sulle boe.

il pomeriggio passerà alla ricerca di un negozio specializzato alla ricerca di un caricabatterie della mia Canon , chissà come l'originale era andato perso, fortunatamente dopo varie peripezie,tra cui vari chilometri sotto un sole ustionante, riusciremo a trovarlo nell'estrema periferia.

Arriviamo in albergo in contemporanea con le ragazze, quindi con loro pianifichiamo la serata che alla fine visto la stanchezza di tutti si concluderà in una steak hause non lontana dall'allbergo.



la mattinata del 19 tutti in spiaggia a santa Monica dove questa volta anche io riesco a fare il bagno e tra una pennichella al sole e una corsetta sulla spiaggia riusciamo perfino a vedere e fotografare dei delfini.

Il primo pomeriggio ci riporta in albergo dove io e Davide ci prepariamo per il viaggio destinazione Kona Hawaii mentre le ragazze si cambiano preparandosi per un alettante pomeriggio in piscina.



Ci salutiamo davanti all' entrata dell' albergo dove l'apposito pulmino è già pronto per portarci in aeroporto.

venerdì 18 luglio 2008

diario di viaggio giro del mondo New-York consigli utili cosa fare dove andare

14 – 15 luglio a spasso per la grande mela

Come se non bastassero i tre mesi di pioggia che ci siamo lasciati dietro partendo da Varese, la mattina newyorkese del quattordici luglio è piovosa, purtroppo i nostri piani di visitare subito la città devono essere modificati quindi dopo aver fatto colazione a base di muffin e cappuccino in un caratteristico bar appartenente alla catena della starbuck ci rechiamo al Moma(Museo di Arte Moderna).



La coda per accedere al museo è relativamente corta e in breve riusciamo a entrare, il biglietto costa 20 dollari, che alla fine risulteranno ben spesi, anche se le dimensioni della struttura, che si sviluppa su cinque piani, risultano essere molto inferiori a quelle che ci eravamo aspettati, comunque quadri di Picasso Van Ghog e di altri numerosi pittori e non solo, compensano con qualità eccelsa la quantità che è mancata.

All'uscita dal museo, l'affacciarsi di un timido sole finalmente ci invoglia a visitare il centro della città, in ordine sparso vediamo l'Empire State Building, Wall Street e il suo toro, il ponte di Brooklyn, passeggiamo per la 5 av. da lontano scorgiamo la statua della libertà e alla fine ci imbattiamo in ground zero, a distanza di 7 anni é davvero impressionante vedere questo immenso spazio vuoto in mezzo a grattacieli, l'attività di ricostruzione é in fermento, come formiche, uomini, camion e gru si muovono incessantemente per tutto questo immenso spazio cintato.

l'ordine e la pulizia che qui trovo continuano a stupirmi e gli imponenti grattacieli che formano questa città, richiamano sempre il mio sguardo ammirato verso l'alto sarà che da noi palazzi di 10 piani sembrano già alti, ma queste sono davvero delle costruzioni titaniche.

Nei negozi, complice la forza attuale dell'euro, le occasioni di acquisto sono molte ma i tre mesi di viaggio che mi aspettano e lo zaino già stracolmo sono deterrenti molto validi, infatti concluderò la giornata senza fare nessun acquisto e soprattutto senza aver nemmeno pranzato, Stupefacente come a volte la voglia di scoprire nuove cose faccia persino dimenticare la fame.

A cena abbiamo un piacevole appuntamento in un ristorante orientale con due amiche di Davide, Ilenia e Lara non faccio una grande scelta per quanto riguarda il piatto ordinato forse perché chiedendo pesce alla griglia mi aspettavo pesce alla griglia e non riso e zuppa ma comunque, Le ragazze sono molto simpatiche e tra un discorso e l'altro tiriamo tardi quasi senza accorgerci, anche loro sono appena arrivate a New-York dove resteranno però tre settimane frequentando un corso d'inglese.

Ci salutiamo dandoci appuntamento per il pomeriggio dell'indomani alla partenza dei battelli per il giro turistico e ce ne andiamo a dormire. Il pellegrinaggio della giornata e la stanchezza del viaggio del giorno prima si fanno improvvisamente sentire, non faccio in tempo a sdraiarmi sul letto che già stò dormendo.

Lo spirito di nazionalità si fa sentire e la prima meta del 15 luglio é Little Italy, numerosissimi i ristoranti inneggianti specialità del bel paese, si ha quasi la sensazione di essere a casa anche se forse in un periodo diverso da quello attuale. qualche decina di anni fa direi, anche se probabilmente é una sensazione soggettiva.

Ripassiamo per Wall Street, facciamo qualche foto con il toro e ci rechiamo all'appuntamento. Le ragazze arrivano subito e insieme andiamo a prendere il biglietto per il traghetto.
La fila che ci si presenta davanti e l'attesa che ci preannunciano essere superiore all'ora, sono un deterrente sufficientemente forte per farci desistere, non volendo abbandonare l'idea della visita guidata della città ci rechiamo alla partenza del tour in elicottero,Qui La coda é molto meno cospicua e si può aspettare da seduti anche perchè il biglietto ha un altro costo anche se devo dire che vale la pena di spendere 140 dollari per vedere Manhattan dall'alto, non so ancora quante foto ho scattato durante il volo, so solo che sono davvero molte, dall'alto Manhattn sembra quasi un plastico qualcosa di finto e inabitato.
La statua della libertà a dire il vero per mè è stata un po una delusione, dopo aver passato tutta la vita ad immaginarla colossale, vista dall'elicottero e soprattutto a confronto con i grattacieli sembra davvero minuta.

Il volo finisce in fretta e con destrezza il pilota ci riporta al punto di partenza. Tornati a terra come promesso accompagniamo le due ragazze in un negozio di informatica, da dove poco dop ne usciamo con due eepc della asus , (Vedermi il giorno prima fare videochiamate a casa, in un parco pubblico, era stato per loro un invito irresistibile all'acquisto, per quanto a reti wireless free New-York mi ha davvero sorpreso).
La sera sopraggiunge trovandoci impreparati quindi dopo una pizza veloce al solito ristorante italiano, andiamo a bere qualcosa, nel frattempo aiutiamo le ragazze ad installare skype sui loro pc poi dopo un saluto veloce noi rintaniamo in albergo preparandoci per il volo dell'indomani mattina.

giovedì 17 luglio 2008

diario di viaggio giro del mondo New York dove andare consigli

Domenica 13 luglio 2008, tutto è pronto per la grande partenza.
Come é giusto che sia la giornata si apre all'insegna della pioggia la sveglia é fissata alle 7, giusto il tempo per fare un veloce inventario di quello che ho messo nello zaino e via partenza per il giro del mondo!! non é uno scherzo finalmente i sogni si concretizzano tre mesi all'avventura con diversi obiettivi da raggiungere, in primis quello di perfezionare il mio Inglese che dire scolastico é davvero una forzatura, ma ritornando al viaggio, come prima tappa ci aspetta New York seguita a breve da Los Angeles poi Koa (Hawaii), Tokyo, Bangkok, Cairns (Australia) Sydney, johannesburg, Maurizius, e alla fine ritorno a Malpensa con scalo a Londra.




Accompagnati dai miei sino all'aeroporto li dobbiamo salutare velocemente all'ingresso, visto che posto dove lasciare la macchina non se ne trova, quindi a varcare le porte scorrevoli dell'aeroporto siamo rimasti solo noi due viaggiatori io e Davide mio cugino, ovviamente l'idea di questo viaggio è stata sua, lui ha sempre avuto lo spirito del viaggiatore nel sangue, ma devo ammettere che questa volta mi sono unito a lui di buon grado.




Ci presentiamo al check-in e scopriamo che l'aereo ha già 40 minuti di ritardo, inoltre i nostri bagagli sono fuori misura e dovremo imbarcarli da un altro terminale, la partenza non sembra delle migliori, e questo pensiero aquisisce concretezza quando il volo viene ritardato di un altra ora.

Finalmente saliamo sull'aereo American Air Lines compagnia che aderisce all'alleanza chiamata One World presso la quale abbiamo prenotato il biglietto del giro del mondo.

L'aereo é pieno e i posti sono sin troppo ravvicinati, per un volo di otto ore non é certo di buon auspicio oltretutto non sono mai riuscito a prendere sonno e nemmeno ad appisolarmi in nessun volo aereo quindi so che queste otto ore dovrò vederle tutte.




Siamo seduti da 2minuti e il mio vicino di posto già dorme lo osservo per un po' covando una profonda invidia quindi mi preparo al peggio, invece, complici due film piacevoli, il volo privo di turbolenze e i pasti serviti dal personale il viaggio si rivelerà piacevolmente scorrevole e dopo un atterraggio abbastanza incerto finalmente mettiamo piede sul suolo americano, per la cronaca il mio vicino di posto si é fatto otto ore tirate di sonno saltando pasti e film.... da guinnes!!




Diversamente da quello che tutti ci avevano preannunciato in dogana i controlli sono molto veloci ,infatti dopo averci preso le impronte digitali e quelle della retina ci lasciano andare, quindi senza incertezze andiamo verso la metropolitana e da li diretti all'hotel o per dirla meglio al nostro ostello dal nome Continental che si trova al numero 330 della 95 st.
La camera che ci viene assegnata é una doppia che a noi va più che bene ci sistemiamo ci mettiamo in tenuta sportiva e via a fare un giro di corsa a Central Park dove tra scoiattoli, calessi, ciclisti, e corridori riattiviamo piacevolmente la circolazione.




Le prime impressioni che abbiamo di New york sono quelle di una città molto pulita e vivibile considerato il numero elevato di persone che la abitano, il servizio capillare delle metropolitane rende davvero agevole gli spostamenti, unica cosa gli sbalzi climatici impressionanti dall'esterno all'interno degli edifici dove i climatizzatori portano la temperatura a livelli quasi invernali in metropolitana poi si passa dai 50 gradi irrespirabili dell'esterno ai 20 o forse meno che ci sono all'interno dei treni.




La cena è a base di pizza in un ristorante italiano dal nome Aqua che si trova vicino al nostro ostello e poi provati dalla lunga giornata ce ne andiamo a dormire anche perchè la giornata che ci aspetta l'indomani sarà ugualmente impegnativa.